LAX/KLAX Sam Chui's spotting

Paul, il pilota del Robinson22 manovra il mezzo con la stessa tranquillità che ho io quando guido la Yeti nel cortile di casa. Durante il briefing prima di salire a bordo mi fa delle strane domanda apparentemente innocenti: vuole capire con chi ha a che fare. Lui non sa chi sono io e per lui potrei anche essere un pazzo squilibrato che con la scusa dello spotting vuole commettere qualche atto allucinante proprio sopra uno dei più importanti aeroporti americani. Una volta a bordo, poi, la sua preoccupazione è che io non faccia mosse azzardate, non mi agiti, non mi sporga, non faccia mosse stupide. I primi due minuti sono una sfilza di domande tipo: are you comfortable? are you really relaxed? If you see something (aereo da fotografare), don't worry about that: i'm seeing before you. (in realtà poi in un paio di casi ciò non sarà vero).

I dieci giorni passati in California si stanno allontanando sempre di più e cerco di mitigare il senso di malinconia sempre più crescente aggrappandomi alle foto di LAX ed ai racconti che faccio ad amici e colleghi.
Cerco di promettervi un TR: non me ne vogliate se non manterrò la promessa. In maniera un po' contraddittoria ed incoerente, adoro leggerli ma non mi piace scriverli.

A chi mi chiedeva quote, ottiche, ecc rispondo con un immagine al posto di mille parole:


(courtesy: www.star-helicopters.com)

La pista più in alto in mappa è la 24R (In 'n out), chiusa. Quella più in basso è la pista la cui strada perimetrale si alza su una collinetta permettendo le foto dei decolli che credo conosciate. Lì, nel comune di San Segundo, sono stato tutto il giorno dalle 06:00 fino alle 15:30 prima di andare all'aeroporto di Hawthorne, 5 miglia a ovest di LAX. Aspettatevi anche decinaia di quelle foto.

Mi sono legato due macchine fotografiche al collo: la mia nuova 7D (che forse ho comprato troppo a ridosso del viaggio e non ho imparato ad usar bene come avrei dovuto: ho fatto una trasferta a MUC la settimana prima di partire per impratichirmi e ciò è stato utile ma avrei dovuto dedicare più tempo a questa cosa) sulla quale avevo una scheda da 64G (riempita, full) ed il 100-400. L'obiettivo l'ho spinto spesso a fondo ma le foto che vi sto mostrando sono sempre intorno ai 200/250 mm.
E poi avevo la mia sana e valida 600D sulla quale avevo montato il 10-22 con il quale ho fatto le overview.

Questo è più o meno quanto. Vi siete fatti una vaga idea di quante foto ho da mostrarvi? Ah! E poi ci sarebbero anche quelle di Monaco... ohi!

Cominciamo con queste di oggi...

Scendere dall'elicottero mi ha dato un turbinio di emozioni indescrivibile. Da un lato ero contento di mettere i piedi a terra: la posizione era scomoda, la fatica fisica per mantenere fermo l'obiettivo resistendo alle folate di vento è stata notevole ma anche il desiderio che finisse quel senso di disagio dato dallo stare sospesi nel vuoto a 500/700 metri. Dall'altra parte l'adrenalina scorreva incontrastata; ho provato sensazioni simili a quelle che si hanno appena scesi da una giostra vertiginosa che ti metteva molta paura mentre salivi sul seggiolino ma anche il desiderio irrefrenabile di ricominciare tutto da capo come quando dopo aver camminato in montagna 7/8 ore ritorni indietro esausto alla base, ti giri, guardi indietro e vorresti rifarlo subito.
Quando sono uscito dalla Star Helicopter sono salito sulla mia Chrysler, poi sono sceso, mi sono acceso una sigaretta, poi sono risalito, ho guardato le foto,, ho fatto un paio di telefonate. Non volevo andare via, non volevo che finisse.

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