Era una calda giornata estiva.
Era una calda giornata estiva, anzi caldissima. Il sole era ormai allo zenith.
La formazione nuvolosa che cinge le montagne bresciane non fornisce sollievo, produce umidità rendendo il caldo ancor più fastidioso.
L’auto che da Piacenza ha portato Giacomo ed altri amici a Ghedi accostò dolcemente alla banchina alla ricerca di un parcheggio tranquillo per non lasciarla d’intralcio.
Qualche albero, nell’attesa, dava saltuariamente riparo e sollievo dal solleone estivo.
I momenti dell’attesa sono piacevolmente vuoti prima degli arrivi o dei decolli dalla base, perchè poteva dedicarsi a ciò che più le piaceva fare; chiacchierare con gli amici, anch’essi regolari frequentatori delle reti che cingono gli aeroporti.
Ogni tanto ci si prende qualche confidenza, l’attesa e trovare il modo d’ingannare il tempo cementa qualche chiacchierata e conoscenza di altre persone.
Nell’era dei social network dove anche a distanza di un metro l’uno dall’altro ci si scambia messaggini, è una rarità.
Così capita sovente di salutarsi e dopo un po’ ci si scambia i numeri di telefono con la promessa di ritrovarsi .
All’improvviso tutti all’erta, il torpore ed il caldo passano. Le macchine fotografiche stanno per entrare in azione: i turchi arrivano, con i loro vistosi jet bianchi e rossi scortati dal nuovissimo Airbus A-400M Atlas come aereo appoggio.
Via, un passaggio alto con i fumi bianchi e poi l’apertura tradizionale per l’atteraggio. La scena si ripete con un’altra coppia di piccoli jet, mosche in confronto al grande aereo da trasporto.
I padroni di casa, anch’esso veterano dei cieli, quasi in competizione, danno sfoggio di forza muscolare.
Decolli ed atterraggi dell’amatissimo Panavia Tornado si susseguono, i post-bruciatori scintillano nel cielo lasciando scie arancioni e calore diffuso dietro di loro.
Sublime visione per chi ama il volo.
Così il caldo passa, la frenesia dello scatto svanisce, gli sguardi corrono dall’uno all’altro dei presenti e sono tutti soddisfatti.
Gli ammiccamenti valgono più di mille parole.
Al termine della giornata, Giacomo se ne va, recupera la macchina e si dirige verso la lontana Piacenza, dove una volta abitavano le Pantere.
Era una calda giornata estiva, anzi caldissima. Il sole allo Zenith.
(Testo Gianluca Conversi, Fotografie Giacomo Schiavi per PSC)
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Gianluca Conversi, su Flickr
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