L’onda chiese al mare: "Mi vuoi bene?". Ed il mare le rispose: "Il mio bene è così forte che ogni volta che t’allontani verso la terra io ti tiro indietro per riprenderti tra le mie braccia. Senza te la mia vita sarebbe insignificante. Sarei un mare piatto, senza emozione. Tu sei l’essenza del mio esistere". L’onda fu felice. (Anonimo)
Ogni volta che vediamo una nave salpare rimaniamo affascinati dalla sua grande mole, dalle acque spumeggianti generate dalle enormi eliche che la spingono, elegante nel fendere le onde, alta come un grattacielo; se la osserviamo attraverso il finestrino di un jet dall’alto del cielo e guardiamo giù, non la riconosciamo. E’ il mare ad essere protagonista nella sua immensità, costellato da imbarcazioni di ogni genere, grandi come capocchie di spillo che con le loro scie di spuma graffiano l’enorme distesa d’acqua.
E noi “Aviation enthusiasts” non possiamo che pensare all’aviazione navale. Alle portaerei. Ma quelle vere, quelle grandi: 100'000 tonnellate. Oltre 330 metri di lunghezza. 5000 uomini. 80 aerei da combattimento. Tutto concentrato in un coriandolo colorato, puntino nel mare azzurro.
Volare da una nave è difficilissimo: significa conoscere il mare, le correnti, i venti, decolli ed apponti su una superficie grande quanto un fazzoletto e che è sempre in movimento.
Il tramonto sul mare è qualcosa di eccelso e che ci riconcilia con la grandiosità del mondo, così deturpato da uomini insensibili che non meriterebbero le bellezze della terra e del creato che ci sono state donate.
E come il mare si riprende l’onda, l’aereo decolla dalla sua nave ed ogni volta la nave lo riprende tra le sue braccia potenti, i cavi d’arresto, per riportarlo a sé perché come l’onda ed il mare, l’aereo e la nave ci fanno assaporare quella precarietà che rende le cose preziose.
L’onda ed il mare sono ancora lì, nel gioco infinito delle emozioni.
Top Gun. L’apoteosi dello sposalizio tra una banale commedia e l’adrenalina del volo, del decollo dalla nave e del sorvolo a bassa quota al termine della missione. Le riprese superbe del famosissimo film e la sua fotografia ci dicono che è un film ben fatto. Ma è sempre un film.
Ebbene, non è così. I controluce mozzafiato, gli aerei ripiegati su sé stessi in mezzo a centinaia di marinai ed aviatori a litigare per un po’ di spazio, la calda luce del tramonto che scalda i cuori e tinge di giallo le grigie fusoliere sono realtà. Per chi ha avuto la fortuna di apprezzare il caos di una portaerei, lo scenario mozzafiato “da qualche parte nel Mar Mediterraneo”, si porterà dentro emozioni e ricordi indelebili.
E per chi al contrario non ha avuto tale fortuna non resta che ammirare il mare, gli aviatori e marinai guardandoli nelle immagini e nelle fotografie d’altri tempi, perché l’aumento della sicurezza e la contrazione del numero di portaerei hanno imposto un pesante tributo. Si, non ci resta che gustare le macchine restaurate ed esposte nei musei ma con la mente rivolta ai tempi in cui l’elegante e temuto F-14 Tomcat era ancora il re delle portaerei americane, l’A-6 era il bombardiere principe dell’aviazione imbarcata e rimpianto tutt’ora, mentre l’Hornet, giovane calabrone destinato a sostituire tutto e tutti muoveva i primi passi sui ponti consumati delle super-carriers dell’US Navy.
USS Independence (4 luglio 1982) USS America USS Saratoga USS Theodore Roosevelt USS Forrestal USS Dwight D. Eisenhower
Sandro è stato 5 volte a bordo ed 1 in visita in rada per la festa dell'Indipendenza ed ha portato a casa centinaia di ore di filmati, dal Super 8 al VHS: la sua passione era (ed è tutt’ora) per le riprese video, con la macchina fotografica a supporto quando le bobine finivano. Tutti scatti manuali, non esisteva l’autofocus. Le immagini sono le sue, estratte da scansioni a qualità ridotta di molti anni fa. Il video grezzo e disturbato dai potenti radar della portaerei America è suo; non è la sintesi montata con suoni, musiche e scene incalzanti, ma è quello che ha visto a bordo della USS America durante le normali operazioni, dove c’era tutto da riprendere. Uomini, macchine, ponti, cielo, tramonti e… lo sciabordare dell’onda con il suo mare. Da gustare con calma, e sognare di essere a bordo.
Questo materiale, parte di una sterminata raccolta, è un vero bene prezioso. Grazie Sandro.
Torniamo così indietro di oltre vent’anni, quando le portaerei americane erano di casa nel Mediterraneo ed almeno una era fissa nel “mare nostrum”, sovente 2 nell’organico della 6a Flotta.
E così, la portaerei rispose all’aereo: “Tu sei l’essenza del mio esistere".
Guarda, io non sono un militarista, ma quando entrano in gioco i Tomcat non ci capisco più niente... Questo post andrà in alto nell'Olimpo del PSC... Fantastico.
Grazie Gianluca per il lavoro che hai fatto nel recuperare le scansioni e un grande grazie a Sandro per avertele fornite.
Beh, qui siamo "oltre" ogni precedente tuo lavoro. Le foto sono straordinarie, drammatiche, incredibilmente emozionanti. Il video, poi, è un vero e proprio documentario di gran livello. Un grande e sentito grazie a Sandro Zucchelli per aver condiviso con noi questa meraviglia, che MERITA di essere diffusa. Fantastico.
Intanto vediamo di "fissare" in alto questo thread. Per me si merita la piazza d'onore. Grazie per aver pubblicato questo ben di Dio, materiale degno di un documentario televisivo. Spettacolare. Fabrizio
Un post che dire epico è dire nulla, materiale di una bellezza inaudita! Ho letto e visto tutto con grande interesse e sono rimasto davvero soddisfatto dal racconto. Con questo lavoro ti sei superato, il migliore finora che tu abbia pubblicato. A dirla tutta, nemmeno io sono un "militarista" come Pern, però questo è il genere di foto che letteralmente ti incolla allo schermo e ne vuoi ancora perché non basta mai!
Che spettacolo, Convers!!! e per un "marinaio" come me, è un ritorno con il "sedere in acqua"... ricordo ancora la Saratoga in rada a Palermo, per visitarla la si raggiungeva con le lance di bordo... ma ai tempi non avevo nemmeno una Kodak instamatic... Grazie!!!
Che spettacolo, Convers!!! e per un "marinaio" come me, è un ritorno con il "sedere in acqua"... ricordo ancora la Saratoga in rada a Palermo, per visitarla la si raggiungeva con le lance di bordo... ma ai tempi non avevo nemmeno una Kodak instamatic... Grazie!!!
Ricordo però che una portaerei era riuscita ad entrare in porto a Palermo, e ricordo pure di esserci salito. Ero piccolo, era comunque prima del 1994 e prima che mi trasferissi dove abito adesso. Sicuramente era italiana, ricordo solo elicotteri a bordo.
Complimenti Gianluca , hai confezionato un post meraviglioso che mi ha fatto tornare al 1993 quando ho avuto la fortuna di visitare la portaerei America nel porto di Trieste . I ricordi di quel giorno sono ancora scolpiti nella mia mente , ed il bellissimo video del Tuo amico Sandro, che ringrazio , me li ha risvegliati e me li ha fatti rivivere. Bellissima anche la descrizione e le foto a terra. Grazie
Questa notte ho fatto le ore davvero piccole, ma appena tornato a casa, prima di addormentarmi, ho voluto gustarmi questo mitico post tutto di un fiato! Questo post va ben oltre il classico spotting, entra nel cuore e nell'anima di ogni singolo appassionato di aviazione, civile o militare che sia. Mi hai fatto sognare ad occhi aperti, dire che mi hai lasciato senza fiato è a dir poco. La tua capacità di narrare è a dir poco coinvolgente, appassionante... Mi coinvolgi in ogni singola tua frase. Bravo? le foto... boh, semplicemente un patrimonio inestimabile per noi appassionati! Gian, grazie di esistere e onorati di averti tra noi del Piti Spotter Club. Grazie. grazie ancora... Speriamo nel nostro piccolo di dare la giusta visibilità ad un post di un livello ben oltre la nostra media.
Concordo con il giudizio di tutti gli amici che mi hanno preceduto; questo lavoro, dalla descrizione alla documentazione, manda virtualmente in pensione tutti quelli precedenti. Stavolta ti meriti un aggettivo più illustre possibile, il materiale che ci hai proposto è da gustare in religioso silenzio senza mai sbattere le palpebre. Mannaggia a me a quando ho buttato le VHS che compravo in edicola..... Grazie Gian, ringraziamenti estesi anche a Sandro Zucchelli.