Nei post dedicati all’edizione
2018 del
Royal International Air Tattoo (RIAT) avevo dichiarato che nel 2019 non sarei andato.
Costi, maltempo e periodo (abitualmente attorno a metà luglio) condizionano e sacrificano altri impegni ed obblighi ai quali bisogna far fronte.
Vi ho imbrogliato, sappiatelo.
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Preso da un attimo di follia ad inizio anno, alla fine sono andato giocandomi il doppio jolly: venerdi (poche ore), sabato e domenica e… parte del lunedi per le partenze.
Piano molto semplice: il venerdi mi sarei sistemato nella zona operativa vicino a testata 27 per riprendere atterraggi ed entrate in pista anche per attenuare l’effetto sublimazione che terreno e pista di Fairford producono in quantità.
Il sabato, avevo pianificato di sistemarmi a un terzo di pista, sempre lato 27 dove abitualmente i jet alzano le ruote, infine la domenica a centro pista sotto la torre, nell’area media (poco gettonata va detto, è ad un centinaio di metri dal centro della display line dove si trovano le tribune del FRIAT (Friends of Royal International Air Tattoo) alle quali si accede con un biglietto salato e non sempre il pass stampa viene riconosciuto per sistemarsi a bordo transenna dietro agli spazi riservati ai disabili.
La statica sarebbe stata oggetto di “cura” nell’ora prima della chiusura ed alla mattina poco prima di recarsi in postazione, con gli autobus navetta i 3 km. e mezzo si riescono a gestire sia come tempi che come sforzo fisico.
Se l’anno scorso andai malato ed ebbi difficoltà con il tele lungo (poi confermate da 3 mesi in Nital), quest’anno mi sono presentato in perfetta forma e con l’attrezzatura revisionata anche se ad un certo punto ho dovuto togliere il duplicatore perché in talune situazioni si sganciava pericolosamente dalla baionetta, stesso fenomeno dello scorso anno.
Approfondimenti in materia dopo l’estate. Mai amato il duplicatore, peraltro...
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E così sono quattro le edizioni del RIAT alle quali ho potuto partecipare e qui colgo l’occasione per ringraziare sentitamente il Media Center della Royal Air Force Charitable Trust che con estrema professionalità, gentilezza e grande disponibilità mi ha consentito di accedere al “privé” del FRIAT (Friends of Royal International Air Tattoo) da dove mi sono goduto le partenze di parte dei 248 aerei presenti sulla base prima di dover lasciare a malincuore la RAF Fairford per far ritorno all’Aeroporto di Luton dove il volo serale di EasyJet mi ha poi riportato in Italia.
Un F-15E Strike Eagle ha salutato la mia partenza con un decollo da paura che mi sono perso di poco, purtroppo l’aereo del ritorno non avrebbe aspettato…
Ma andiamo con ordine:
l'introduzione al RIAT 2019 potete trovarla qui:
https://piti.forumfree.it/?t=76789347 .
E poco prima del RIAT (19-21 luglio) sono stato in Scozia per una settimana di vacanza itinerante con amici che da Edimburgo ci ha portati prima all’Isola di Skye , poi a Inverness, Balmoral, Perth per chiudere con la misteriosa Cappella di Rosslyn (diventata famosa per le vicende narrate nel libro prima e nel film poi “Il Codice Da Vinci), tra castelli, distillerie e paesini piccoli, suggestivi e decadenti dalle grigie case di pietra grezza dal tetto spiovente.
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Piacevole intermezzo, un matrimonio scozzese a Portree, Skye…
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… e l’Hogwarts Express_
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Rientrato il martedi 16, sono ripartito nel mezzodì di venerdi 19 luglio alla volta di Luton, aeroporto comodo, simpatico e ben connesso senza andarsi ad invischiare nel caos di Heathrow. Rullare dopo essere atterrati sulla corta pista è uno spettacolo.. business jet ovunque riempiono i piazzali; l’aeroporto è infatti sede di importanti centri di manutenzione oltre alla sede della Gulfstream. Meriterebbe una “strasferta PSC”.
Il tempo, non promette nulla di buono, la perturbazione atlantica arrivata dopo poco anche in Italia ha sferzato il sud dell’Inghilterra con venti sino ad 80 km/h e l’amico Jack (già a Fairford dal giovedi) mi anticipava che non stava volando praticamente nulla.. pioggia a cascata e vento trasversale oltre all’immancabile tetto di nuvole a 300 piedi che usualmente impone lo stop alle operazioni dei jet.
Le due ore di viaggio verso la RAF Fairford scorrono lente, complice un grande rallentamento attorno ad Oxford, arrivo in base alle 16,42 almeno un’ra dopo l’estimated time pianificato; qui ho incontrato centinaia di macchine in direzione contraria che stavano lasciando la base…. Nulla di buono.
La pioggia infatti è insistente, il vento sferza a folate tutto e tutti ed il cielo è plumbeo.
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Entro con estrema facilità, sono praticamente da solo; sotto una provvidenziale tenda ho giusto in tempo di vedere da lontano l’arrivo pet 27 dalla RAF Marham di un F-35B dei “Dambusters” in modalità STOVL e scattarvi una foto al volo prima che i controllori gli impongano di allontanarsi e interrompere la sua prevista e già brevissima dimostrazione che rivedremo l’indomani (sempre sotto la pioggia e l’immancabile cielo scuro).
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Spotting point “Ala”, molto comoda per ripararsi dalla pioggia…
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Il nostro giro del venerdi si concentra così sulla statica, ma nonostante scarponi e pantaloni impermeabili, giacca impermeabile e poncho in cerata, sono bagnato ovunque, non c’è stato scampo. Ho qualche riluttanza a estrarre la reflex, alla fine opto per D800+24-70 e il resto rimane nello zaino.
Inizia il tour di una statica tutta particolare, bagnata, veloce, ma con qualche sorpresa e sulla quale poi ritorneremo.
Il sabato e la domenica sono andati meglio, la pioggia si è attenuata e squarci di sole (che non illuminava) si sono anche visti, ma il vento è rimasto ed il grigio-topo del cielo ha imperato. Le situazioni di scatto? Difficili, almeno 4 settaggi differenti sono richiesti prima del pomeriggio quando il sole (se c’è) inizia a trovarsi ad ore 10 e 11 rispetto alla pista 09-27.
Scordatevi ISO automatici, la boscaglia, gli Hangar ma soprattutto il doppio tetto di nuvole ad alta e bassa quota che si muovono nel cielo con la velocità di Usain Bolt vi fanno uscire scatti neri, anche se utilizzate la misurazione spot.
Bisogna regolare tutto in continuazione, in particolare con le condizioni meteo così variabili da cambiare in un amen.
Ma parliamo finalmente del RIAT che non dovrebbe peraltro sorprenderci, oramai. Non è solo un airshow, ma un evento per grandi e piccini con aeree gioco, educative e tanti negozietti; gli chalet delle grandi industrie sponsor sono teatro di incontri e di tessitura di affari e relazioni militari quanto commerciali. Veramente, la formula (dettata dalla reputazione e dalla grande capacità organizzativa della RAFCTE) copre le esigenze di tutti, dai militari agli spettatori, dalle famiglie in visita per una scampagnata, agli appassionati e malati d’aviazione, e non si lesinano contatti commerciali più o meno discreti o vetrina di novità prim’ancora che nei più blasonati eventi fieristici.
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La nostra
Aeronautica Militare è storicamente presente a Fairford dove la PAN è amatissima.
A maggior ragione quest’anno, 2019 difficile sul fronte commesse F-35 oltre ai tagli tout-court subiti, la presenza della forza armata e dell’industria è stata importante.
Per vendere al fine di garantire occupazione, sostegno alla ricerca per sviluppare nuove tecnologie (che non sono necessariamente di applicazione esclusivamente militare ma in molti casi, duale) occorre godere del supporto delle istituzioni ma anche essere presenti per avere la giusta visibilità e convincere i potenziali acquirenti.
Se è vero che le scelte che si prendono ai vertici, esse hanno comunque un riflesso importante sul rinnovamento della flotta operativa, sull’esercizio, sul mondo del lavoro delle aziende “prime-contractor” che a loro volta influenzano le medie e piccole imprese che beneficiano di ampie quote di lavoro ricevute, non si è manifestata solo nelle dichiarazioni , nella maggior presenza sui social media dell’uno o dell’altra o nelle dichiarazioni pubbliche di importanti uomini di stato e dell’industria.
Al RIAT 2019, la più grande manifestazione aerea al mondo, Aeronautica Militare e Industria (Leonardo) hanno presenziato ancora una volta in modo massiccio e visibile.
AM ha portato tutto il Reparto Sperimentale con T-346, F-2000A e C-27J esibitisi in 2 dei 3 giorni di manifestazione, oltre alle Frecce Tricolori, un altro C-27J (con numerazione tricolore) in statica, un HH-101A e e un HH-139A come ala rotante ed un Tornado IDS (6-04) del 6° Stormo affiancato da 2 esemplari tedeschi già visti al Tiger Meet 2019 di Mont-de-Marsan.
Ritorneremo più avanti sul contributo italiano (e di Leonardo), il giorno delle partenze sono giunti pure un P-180 e due C-130J a caricare personale e materiali di supporto necessari alla settimana di permanenza di PAN e RSV. Un rischieramento a tutti gli effetti, seppur non in un teatro operativo.
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Triste invece, concedemelo, vedere l’assottigliata statica di Tonka priva delle macchine britanniche ritirate dal servizio la primavera scorsa.
Foto contro-luce, ma ritorneremo anche qui con i dettagli.
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….amarcord di Tonka britannici:
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Il venerdi (giorno 1 del RIAT), le avverse condizioni meteo con rovesci a carattere temporalesco e venti oltre 70 km/h hanno severamente condizionato le operazioni aeree che, come vi ho già anticipato precedentemente, di fatto si sono limitate ad una manciata di aerei (RAF Eurofighter, EAV-8B Harrier II dell’Armada), un F-16 e F-35B, superbo nel controllo del volo STOVL nonostante le difficili condizioni meteorologiche.
Due numeri per chiudere questa prima parte:
-248 aerei presenti
-55 capi di stato maggiore giunti a Fairford
-14'000 coni bianco-azzurri dentro e fuori la base per delimitare aerei, vie d'accesso e deflusso ed altro
-160 Team medici presenti in base contemporaneamente e dotati di tutte le attrezzature di pronto intervento con elicotteri e ambulanze in allerta
-600 eventi organizzati durante l'airshow, da conferenze stampa, dimostrazioni, briefing, presentazioni ufficiali
-3 km. di display line a disposizione del pubblico
-9 km. di strade temporanee dispiegate sui prati ad integrazione dei raccordi utilizzati per lo stesso scopo volte alla movimentazione in sicurezza e sul duro di autobus-navetta, mezzi di servizio e soccorso.
-11 km. di barriere divisorie
-17 km. di reti di sicurezza.
Spettatori?: 185'000 al giorno.
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Al centro dell’area “pregiata”, quella sotto la torre di controllo e prospiciente agli chalet delle aziende, lo spazio congiunto di BAE Systems e Saab con Eurofighter Typhoon e Gripen esposti in mostra statica “gadgettati” di ogni tipo di carichi di lancio swing-role.
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Alla sinistra di questa zona l’aerea di Leonardo con il velivolo
M-346 dotato di matricola operativa temporanea MT55232 esposto in doppia versione: il lato sinistro dell’ottimo addestratore mostrava la livrea della neo-costituita IFTS (International Flying School) mentre il destro, con pitturazione differente, quello della versione finale M-346FA con sonda di rifornimento, carichi aria-aria e aria-terra oltre agli altri tipi di munizionamento e sensoristica trasportabili.
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Appena più in là, il
Tempest.
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Il concept dell’aereo di sesta generazione era rappresentato con grande evidenza sui manifesti pubblicitari, nel logo ufficiale del RIAT 2019 ed ovunque. Messaggio chiaro quanto è stato evidente lo sforzo e l’impegno per farne un progetto vero ed arrivare in fondo.
Leonardo UK come sappiamo è già dentro al “
Team Tempest”.
Sono di questi giorni le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di Leonardo Alessandro Profumo che spinge per una decisione politica nel scegliere il progetto e non “perdere il treno” com’è invece accaduto per lo sviluppo profondo del progetto Eurofighter e dell’aereo di quinta generazione che ha portato invece alla scelta dell’americano Joint Strike Fighter.
Se non si sceglierà, si rimarrà fuori e si dovrà poi un domani acquistare off-the-shelf perdendo ancora una volta il treno del progresso tecnologico ed occupazionale.
Ritorneremo sul Tempest con una “radiografia” dedicata.
Nella lunghissima mostra statica, erano presenti per Leonardo i propri best-sellers: C-27J Spartan di AM, Slovacchia, Romania e Lituania. Il nuovissimo AW189 in versione Rescue, tra l’altro esposto a fianco dell’altrettanto nuovo Sikorsky S-92, il collaudato HH-139 e l’elegante HH-101 CaeSAR dell’Aeronautica Militare, mentre un civile Piaggio R166C de “I Fenicotteri” ed un Tornado del 6° Stormo (6-04) chiudevano il contributo italiano allo showground.
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L’edizione del 2019, a nostro avviso lievemente sotto tono rispetto alle ultime veramente mostruose, si è chiusa con la tradizionale consegna dei trofei ai vincitori delle varie gare che coinvolgono i partecipanti.
Il “
Paul Bowen Trophy” per il miglior jet display di un solista, intitolato allo scomparso co-fondatore di Air Tattoo, è andato al tenente colonnello Yurii Bulavka dell’aviazione ucraina sul suo azzurro ed elegante digital-camo Sukhoi Su-27P1M, mentre le nostre Frecce Tricolori si sono aggiudicate il
Trofeo RAFCTE (Royal Air Force Charitable Air Force Trust) quale migliore dimostrazione di volo di un partecipante non UK.
Vediamo il suo decollo di sabato attorno alle 18,30 subito dopo l’alona che ha concluso il display delle nostre Frecce Tricolori:
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Vogliamo ricordare che, nonostante le condizioni meteo avverse, il nostro team acrobatico ha eseguito il take-off in formazione ed ha svolto il programma alto seppur al prezzo di qualche lievissima sbavatura e rinunciando alla bomba (all’Air Tattoo non è proprio consentita per ragioni di sicurezza, 2 aerei all’uscita della bomba ed il successivo incrocio sorvolano aree non idonee) ed alla Scintilla il solo venerdi, mentre le altre formazioni su Jet, Patrouille de France e RAF Red Arrows hanno svolto il sabato i rispettivi programmi bassi mentre la formazione inglese ha prodotto il programma medio la domenica.
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Sempre a proposito di Pattuglie, l’edizione 2019 verrà ricordata per il bellissimo flypast del Boeing 747-436 della British Airways in special livery
BOAC / British Overseas Airways Corporation per ricordare i 100 anni della compagnia di bandiera britannica che ha sfilato scortato dai Red Arrows e del passaggio congiunto di Patrouille de France e Red Arrows entrambe in configurazione “
double Concorde” in onore del
50° anniversario del primo volo dell’aereo supersonico co-progettato da Francia e Gran Bretagna e poi entrato in servizio con le rispettive compagnie di bandiera.
Primo passaggio a distanza siderale, tanto per darvi un’idea…
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Secondo ed ultimo passaggio sull’asse pista, ovviamente a oltre 300 piedi:
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Concorde flypast:
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La formazione acrobatica inglese si è invece aggiudicata la “
Steedman Display Sword” quale migliore esibizione da parte di un partecipante del Regno Unito. Proprio in in questi giorni ha lasciato l’Europa per proseguire la stagione 2019 sul territorio nord-americano, ecco il loro ultimo passaggio del 2019 sui cieli d’Europa:
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Chi aveva sbancato lo scorso anno, si è ripetuto anche quest’anno: il capitano
Arto Ukskoski della Finnish Air Force ha pilotato in maniera superba il suo McDonnell-Douglas F/A-18C Hornet del Fighter Squadron 11 portandosi a casa il “
Sir Douglas Bader Trophy” per la migliore dimostrazione di volo individuale, ma ha anche ottenuto il “
As The Crow Flies Trophy” quale migliore esibizione come hanno sentenziato i membri dell’associazione “Friends of RIAT” (FRIAT).
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Le foto non rendono giustizia al suo display (con meteo marrone) dove ha portato l’Hornet veramente ai limiti, maltrattando pedaliera, motori, flap e slat per fargli eseguire manovre che altri aerei dotati di spinta vettoriale riescono a compiere con estrema facilità.
il pilota dell'aeronautica svedese Maggiore Peter Fallén dell'ala F 7 su Saab JAS 39-C Gripen ha ricevuto la “
King Hussein Memorial Sword” per la migliore dimostrazione di volo generale.
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Il “
Chief Executive Trophy”, presentato dal CEO uscente di Air Tattoo Andy Armstrong è andato all’Armada Spagnola presente dopo moltissimi anni con due “special colour” McDonnell-Douglas
EAV-8B+ Harrier II. L’atterraggio di domenica dei due Harrier è stato successivamente bagnato dal passaggio sotto i water-cannons una volta rientrati in piazzale.
Tra l’altro, uno degli arei spagnoli ha sofferto un principio d’incendio all’apparato frenante proprio al suo arrivo, incidente per fortuna senza conseguenze e riparazioni apportate sul posto.
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Giusto un po’ di didattica… F-35B RAF in hovering: che differenze.
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Infine, il
trofeo per la migliore livrea è stato assegnato all'Eurofighter EF-2000 Typhoon della Luftwaffe, dipinto per celebrare i 60 anni del Taktisches Luftwaffengeschwader 71 '
Spirit of Richthofen', fotografatissimo nella mostra statica.
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Imperiale, non c’è che dire..
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La mostra statica ha comunque offerto spunti interessanti tra i quali un Boeing C-17A Globemaster III del Qatar dipinto con i colori della compagnia di bandiera affiancato a due esemplari di USAF e NATO SAC (Strategic Airflift Cabability).
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Dato che anche l’esercito britannico è presente al RIAT, qui vedete un carro Challenger 2 con alle spalle i due C-17 (seppur parziali), in grado di trasportare questo tipo di mezzi: mi è sembrata una foto assai rappresentativa anche se non si vedono bene gli aerei, ma li vedrete.
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A fianco del Tempest, l’area dei droni: dopo lo spettacolare debutto del General Atomics SkyGuardian (Protector Mk.1 per la RAF) che giunse in un lungo volo non-stop direttamente dagli Stati Uniti, la novità di quest’anno è stata il
Northrop-Grumman Firebird, capace di volare per oltre 30 ore a 25'000 piedi e posizionato a fianco dell’MQ-8C Fire Scout già presente lo scorso anno.
Al RIAT sono stati anche annunciati i primi due clienti di lancio per il Firebird: Grand Sky Development e Tenax Aerospace con consegne previste nel 2021.
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Il flypast dedicato ai
70 anni della NATO, tornando alla parte “volante”, è stato invero deludente limitato a pochi aeromobili con l’assenza evidente del Boeing E-3A Sentry AWACS rimasto a terra, così come la defezione di un A400M Atlas della Luftwaffe.
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L’apporto USA è stato limitato ad un terzetto di F-15E Strike Eagle provenienti dalla RAF Lakenheath.
Gli Eurofighter britannici e gli attivi F-16 danesi, norvegesi e belgi (in livrea WWII) hanno completato la formazione assieme ad un KC-135R dell’Armée de l’Air praticamente assente a quest’edizione se escludiamo la Patrouille de France.
Strideva infatti la fragorosa assenza del Rafale.
Il flypast avrebbe dovuto svolgersi il venerdi ed il sabato, venerdi cancellato come già sapete, mentre il secondo giorno ha avuto luogo sono un cielo che più orrendo non si poteva…
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Anche per gli special colors dedicheremo un post a parte, ma qualcosa avete già visto anche se il meteo le ha rovinate.
Oltre agli onnipresenti Royal Jordanian Falcons su Extra 330LX, erano presenti pure i The Blades sempre su Extra 300; formato da 4 aerei il team acrobatico al suo 14° anno di vita e formato da ex piloti Red Arrows, si è esibito con spettacolari e vorticose manovre.
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Abituale ma sempre nostalgico il volo del Lancaster e di due warbirds del BBMF (
Battle of Britain Memorial Flight), mentre ricorderemo in futuro l’anno 2019 come l’
ultimo dei
Breitling Jet Team su Aero L-39 Albatros: la Breitling non rinnoverà la sponsorizzazione e l’auspicio di tutti è che il “Team Apache” possa ritornare in volo con un nuovo main sponsor o un pool di finanziatori in fusoliera.
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Peccato le quote siderali, anche orizzontali, imposte agli aerei; la quota minima per volo livellato era di 300 piedi.
Un militare del Viper Demo Team ci ha confermato che il display in USA, dove la quota minima è 200 piedi, è più aggressivo e coinvolgente per lo spettatore.
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Ci aspettavamo molto dal
Viper Demo Team, attese andate deluse salvo per un decollo mozzafato con virata sfogata a 7g nel fine pista.
L’esibizione della domenica, l’apertura del programma di volo del giorno 3, è stata bruscamente interrotta dopo pochissimi minuti.
L’aereo americano ha dichiarato emergenza rimanendo in quota per parecchio tempo al fine di completare tutte le verifiche di sicurezza; pista chiusa, tutti in ansia.
Dopo 20 lunghi minuti, l’F-16C ha ottenuto la clearance per un low-pass di controllo danni prima di rientrare definitivamente ed in tutta sicurezza; evidenti i danni ad uno stabilizzatore orizzontale causati da una delaminazione degli strati di materiali compositi di cui è costituito.
Sempre a proposito di USAF Viper Demo Team, all’inizio della stagione un ufficiale donna era stata designata quale pilota collaudatrice per il team acrobatico americano, il Capitano Zoe Kotnik; l’ufficiale è stata successivamente rimossa e sostituita dal Maggiore Garret Schmitz che al RIAT ha pilotato un aereo operativo del 480th Fighter Squadron “Warhawks” di Spangdalhem.
E’ prassi infatti per Viper Demo Team di operare su un aereo messo a disposizione dalle forze USAF presenti nella zona dell’airshow.
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Sempre a proposito di USAF, anche un MV-22B Osprey ha incontrato problemi ed è atterrato prima nella vicina RAF Brize Norton e successivamente all’aeroporto di Sywell per le riparazioni, consegnate da un altro convertiplano.
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Come non annoverare la spettacolare esibizione del vecchio
MiG-21 Lancer delle forze aeree rumene e le “cattivissime” esibizioni dell’Hornet Solo Display elvetico (che ha portato l’amatissimo J-5011 “Meiringen Tiger”) e del già citato Sukhoi Su-27 Flanker.
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Non vi è stata invece alcuna “sorpresa” domenicale che abitualmente regala l’USAF con il passaggio di un bombardiere.
Se i programmi di volo sono stati cancellati o sensibilmente ridotti nel corso del week-end essenzialmente contrassegnato da vento e pioggia per la prima parte e densi strati di nuvole con rarissimi sprazzi di sole che non illuminava nella seconda con qualche spruzzo di fastidiosa pioggia accompagnata da vento, dal RIAT ci si aspetta sempre molto: se quel “molto” per un anno non si realizza appieno, lo spettatore inevitabilmente ne rimane deluso.
Riapriamo il capitolo aerei a decollo verticale: gli Harrier spagnoli, esibitisi in volo in coppia ma fotografabili anche a terra nella vicina area operativa subito di fronte all’area rossa tradizionalmente adiacente alla testata 27 e parcheggiati a fianco dei MiG-21 della Forțele Aeriene Române, sono decollati in modalità convenzionale, hanno effettuato un passaggio in hovering per poi posizionarsi davanti al pubblico per alcuni minuti di volo “sospeso” ben controllato; l’atterraggio è avvenuto in modalità “rolling landing”.
Non sono stati consentiti demo di atterraggio o decollo verticale, invero spettacolari per il pubblico.
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Gianluca Conversi, su Flickr
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Gianluca Conversi, su Flickr
Il singolo
F-35B Lightning de 617° Squadron “
The Dambusters”, giunto direttamente da Marham, avrebbe dovuto chiudere le giornate di venerdi e sabato con alcuni passaggi e l’abituale traslazione in hovering su tutti gli assi per poi rientrare alla base.
La performance di venerdi, viste le condizioni meteo, è stata annullata dopo l’arrivo sulla base.
Interessante il passaggio a baie aperte che ci hanno consentito di apprezzare visivamente le differenze tra la versione convenzionale (F-35A), mostrate di recente all’Airshow di Punta Marina da un nostro F-35A del 32° Stormo (foto Morby/PSC), e la baia dell’F-35B più piccola per la presenza dei Lift System, fulcro del sostentamento verticale di questa versione.
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Notare la differenza ambientale… e il nero minaccioso sulla destra dell’F-35B…
Gli elicotteri hanno visto protagonisti l’immancabile Chinook da un lato e la “scoppiettante” in tutti i sensi performance del WAH-64D Apache Longbow dell’Army Air Corps supportata da spettacolari artifizi pirotecnici in una demo di un attacco al suolo.
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L’hovering finale con alle spalle l’ “esplosione” fragorosa dell’ultimo artifizio ha chiuso l’apprezzata esibizione.
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Di fronte sarebbe stato così (foto 2017):
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Sempre a proposito di F-35 britannici, poco prima del RIAT è giunto a RAF Marham proveniente dalla MCAS Beaufort il terzo distaccamento di F-35B destinato a formare il 207° Squadron della Lightning Force RAF/RN; sono ormai una ventina gli F-35B in organico o in corso di consegna al Regno Unito.
Come da tradizione, sul sito ufficiale dell’Air Tattoo è già iniziato il count-down per l’edizione 2020 e io mi appresto a lasciare la base, con un’ultima occhiata al gate di benvenuto; un po’ di emozione e tristezza sono i sentimenti prevalenti che passano per la mia mente mentre mi reco al parcheggio per risalire in auto e ritornare a casa osservando con qualche rammarico piloti ed avieri di P-8A Poseidon e B-52H che attendono rilassati il loro slot: anche per loro il ritorno a casa si sta avvicinando.
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Stay tuned, alle prossime puntate dopo questa anticipazione.
Testo © Gianluca Conversi, Immagini Gianluca Conversi/PSC – All rights reservedEdited by GIORGIO CASTELLI - 15/8/2019, 22:23