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PSC invasion in Manchester
Ovvero, tutta la verità, null'altro che la verità, o quasi..........
Diario di viaggio semiserio di 4 Piti alla scoperta dell'aeroporto Ringway di Manchester.
Una piccola prefazione è quasi d'obbligo. In queste pagine alcuni vocaboli risuoneranno male alle orecchie, sono famosissime citazioni di altrettanti famosissimi sconosciuti, che nel corso del tempo abbiamo letto e sapientemente archiviato, ogni riferimento a persone reali è puramente casuale, o quasi.
Ringraziamenti dell'autore ai compagni di viaggio Aldo Messina, Mauro Cassaro e Andrea Zanetti.
Grazie per l'immagine di copertina Mr Mark Jordan.
Grazie per la preziosa collaborazione a Ryanair, SEA Aeroporti Milano, Ringway Manchester, Avis rent a car, Premier Inn Hotel, Canon, Nikon, Renault Italia (l'auto di Aldo), Società Autostrade BS-PD, The Romper pub in Manchester, Costa caffè, Airport pub, Garmin, Tom Tom (senza supporto auto), ma soprattutto alle nostre famiglie che compassionevolmente ci hanno permesso questa gita.Come si decide una trasferta a carattere spotteristico?
Quali sono i parametri per preferire una meta ad un'altra?
Sicuramente é fondamentale che l'aeroporto abbia un traffico di una certa rilevanza e che il meteo sia buono. Fatte queste considerazioni si decide, i Piti questa volta optano per Manchester.
Cittadina a nord dell'Inghilterra, famosa per la sua storia industriale e patria di una certa cultura musicale degli anni 70, ha un aeroporto estremamente interessante, il terzo in terra britannica, ma anche il triste primato di città più piovosa della Gran Bretagna, ben 220 giorni di acqua all'anno.
Che ci andiamo a fare allora? In maggio poi? Perché non andiamo in posti sicuramente più affidabili e più soleggiati come Barcellona, per esempio, c'è pure la
plataforma e conoscendo qualche amico, con un
paio di scatole di spaghetti, risparmieremmo anche qualche eurino.
Invece no, si va a Manchester e la macchina organizzativa del PSC si mette in movimento, aereo, albergo, auto a noleggio e guida particolareggiata sui molteplici spotting point del luogo.
Cartina di
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La scelta del volo cade su mamma Ryanair con un diretto da Bergamo, il prezzo è ottimo, le ferie ci sono e quindi ok, premiamo il tasto “procedi all'acquisto”.
L'avviso della gita è lanciato e le conferme dei miei 3 compagni di viaggio arrivano quasi immediatamente. Partenza il giorno 11, sapremo solo più avanti che tale data sarà concomitante con la chiusura dello scalo lombardo per lavori di sistemazione alla pista. Pazienza, partiremo da Montichiari, tanto là di spazio ne hanno..... invece no, sarà Malpensa a farsi carico del traffico di Bgy, in pratica un'oretta di auto in più, meglio, quasi quasi ci scappa la spottata mattutina a Ferno.
A quindici giorni dalla partenza scatta l'occhiatina “occasionale” ai vari siti meteorologici, se qualcuno vedesse la cronologia dei nostri pc potrebbe pensare che da grandi vogliamo fare le previsioni del tempo.
Purtroppo le condi meteo non sono allettanti, ricordate i famosi 220 giorni di pioggia ? Mica possiamo beccare uno degli altri 145 giorni di spettacolare sole, magari con il famoso
brithis sky?
meteo di
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Va bene, tanto noi abbiamo i consigli dei professionisti che quando non trovano la luce ottimale
(per me) alzano gli iso e abbassano i tempi per documentare chissà poi cosa? Boh...
La fatidica data arriva, decidiamo di saltare lo spotting di Ferno, chi dal
baino chi dal
pugiolo, infatti, non vede le condizioni migliori per fare una levataccia, la giornata sarà già abbastanza lunga e partiamo in direzione Milano.
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Parcheggio Executive direttamente sotto il terminal, siamo comodi, abbiamo un'età. Non manca la possibilità di fare qualche scatto artistico ma probabilmente diamo nell' occhio e veniamo controllati da un paio di agenti della Polaria, un veloce controllo dei documenti, tutto in regola e siamo nuovamente operativi. Sarebbe bastato dire che ci
mandava il presidente ma noi non vogliamo approfittare.
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È ora di imbarcarsi, ci porterà in Inghilterra EI-EVW. Con le nuove regole che prevedono l'assegnazione dei posti, finalmente, le operazioni di carico del bestiame, opsss, dei passeggeri sono migliorate un pochino.
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Io ho scelto la fila 29, posto A all' andata ed F al ritorno, piacevole sorpresa alla chiusura delle porte, non c'è più nessuno in piedi e i posti a fianco a me sono rimasti vuoti, ricordatevi questa cosa quando parlerò del viaggio di ritorno.
Bene, il viaggio sarà oltremodo comodo, anche per i miei compagni di viaggio Aldo e Mauro che approfitteranno di altri posti liberi in coda all'aereo. Il paesaggio è abbastanza
nivoloso e ogni tanto qualche scorcio di terreno si fa vedere tra un buco e l'altro, riusciamo a vedere anche un pezzetto di Londra poco prima di iniziare la discesa verso la meta.
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Il meteo, rimasto incerto fino al giorno prima, è nuvoloso e la quantità d'acqua che solleva il nostro aereo in frenata ci indica che ha piovuto fino a qualche minuto prima, bene !!!
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Scesi dalla scaletta ci da il benvenuto EI-DCL ( vedi 3D nella sezione Spotter), sarà una presenza costante nei tre giorni successivi. Il cielo accenna a rasserenarsi e nel tempo che espletiamo i controlli e ritiriamo l'auto, un azzurro terso si impadronisce del cielo dove restano alcuni nuvoloni spaventosamente belli ed
artistici che ben si prestano alle foto che vogliamo fare.
Arriviamo in hotel, in pratica siamo quasi ancora in aeroporto, le finestre delle nostre camere sono in direzione di uno dei terminal dove si scorgono alte le derive dei wide body.
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Basta, basta, è ora di andare a spottare, vista l'ora optiamo per il parco visitatori distante da noi qualche centinaio di metri.
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Si tratta di una zona dedicata agli appassionati di aviazione, con alcuni velivoli in mostra statica, zone relax per pic nic, un paio di postazioni rialzate per agevolare le fotografie e un hangar con all'interno un Concorde.
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L'accesso è gratuito, si paga solo il parcheggio dell'auto e la visita guidata al Concorde.
Il pomeriggio si preannuncia spettacolare, luce, colori e traffico sono da prima pagina, basta avere un po’ di fantasia e gli scatti diventano una serie infinita. Decisamente questo è un
vero aeroporto operativo.
Anche un semplice Ryanair diventa protagonista, in uso dopo le 13 ci sono entrambe le piste, da questo spotting point facciamo gli atterraggi per pista 23R e relativa taxi e gli ingressi per i decolli per pista 23L.
Le ore scorrono veloci e si avvicina il momento della luce più bella.
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Purtroppo il parco visitatori chiude al pubblico alle 20, chi gufava per il nostro meteo non è stato così bravo e felici decidiamo di soddisfare anche il palato, ci fermiamo in un pub lungo il tragitto, ci troveremo talmente bene che decidiamo di adottarlo anche per la sera successiva.
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Menù tipicamente
brithis come dice qualcuno, ci solleticano dei piatti unici che fanno a botte con diete varie, ma siamo in vacanza e tutto è permesso, il servizio è ottimo e soddisfatti lasciamo la
dovuta mancia.
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Giusto il tempo di una veloce rinfrescata e decidiamo di andare a fare degli scatti notturni al 13º piano del parcheggio che si affaccia su uno dei piazzali.
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Meta degli spotter locali e caldamente raccomandato, oltre che pubblicizzato, una volta giunti sul luogo ci accorgiamo che i buchi nella rete utilizzati per fare le foto sono stati chiusi di recente. Che anche a Manchester gli spotter locali debbano fare i conti con megalomani
professionisti che mancano del più minimo rispetto delle regole come da noi ? Ci accorgiamo infatti che alcune piastre usate per ricoprire i buchi hanno le dimensioni di un mini appartamento, segno che qualcuno non si è limitato ad un buco normale, ma forse voleva infiltrare qualche
underspotters direttamente sul piazzale.
Pazienza, siamo veramente stanchi e dopo qualche prova desistiamo e torniamo in albergo.
Il secondo giorno sveglia di buon mattino, forse troppo, un rapido sguardo agli schedulati e decidiamo di andare a fare le partenza per pista 23L, non prima però di sperimentare la full English breakfast, d'altra parte bisogna iniziare alla grande e il primo pasto della giornata è importantissimo.
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È un impresa titanica, ma ci sono abituato, il mio prossimo pasto sarà la cena, più tradizionale ma comunque robusta la continentale dei miei compagni.
Forza, che i wide body non ci aspettano, lo spettacolo che ci appare non appena oltrepassato un cancello è incredibile, siamo più in alto di qualche metro della rete che quindi non ci ostacola minimamente.
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Un simpatico e
caresssssimo amico ci indica una posizione ancora migliore dove fotografare gli aerei che dalla taxi si apprestano ad entrare in pista per il decollo.
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Sarà un tripudio di close up fino alle 10:30 ora in cui viene chiusa la pista, a causa del poco traffico e si userà la 23R sia per gli atterraggi che per i decolli, decidiamo di fermarci per fotografare le
rotazioni che avverranno proprio davanti a noi, il vento ci aiuta con il calore che non ci disturba troppo.
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Siamo pure fortunati perché
una regina, della Virgin,
che non ci ricopre di baci, stacca proprio davanti ai nostri obiettivi con un timido sole che si alterna ai nostri amici
nivoli che fino adesso ci hanno regalato dei back ground fantastici.
Alle tredici viene riaperta la pista e decidiamo di aspettare il decollo del ciccio bus A380 che avverrà alle quattordici.
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Puntuale come un orologio arabo, lentissimo, si avvicina alla soglia pista. Notiamo che ha tutti e quattro i motori fuori dal raccordo ed è per questo che avanza lentamente con i turbo fan al minimo, la possibilità di aspirare impurità è alta.
Clear to take off e inizia la sua corsa, si mangerà quasi tutta la pista prima di staccare e librarsi in volo. Altra curiosità, due safety car percorreranno, ogni una nel proprio margine, tutta la lunghezza della pista per verificare che non sia entrato nulla dai prati laterali.
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La luce inizia a girare e nel tempo che andiamo a recuperare l'auto per ritornare in albergo, parcheggiare e proseguire a piedi per il parco visitatori, è perfetta per fotografare dalla parte opposta.
Sarà una replica del pomeriggio del giorno prima, stavolta usciamo alla chiusura anche perché uno spotter locale ci ferma e ci avvisa che via radio la torre ha autorizzato la taxi al 330 della Fly Nas, compagnia nuovissima, che avevamo fatto in atterraggio in ombra il mattino, conosco gente che si sarebbe morsa la lingua piuttosto di avvisarci della chicca per avere l'esclusiva della foto, ma fortunatamente in Uk non abbiamo trovato
enfant prodige professionisti, ma tanti amici.
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Sulla via del ritorno decidiamo di fermarci al solito pub, la sera prima ci avevamo lasciato il cuore e
la mancia e stasera si replica.
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Chi dice che in Inghilterra si mangia male è perche, abituato ad usare
gugol transleit e incapace di poche semplici parole in lingua locale, si ostina ad ordinare il
Camon o al massimo si porta
due scatole di spaghetti dall'Italia, ma questa è un'altra storia.
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Il cibo, come la sera prima è spettacolare e ci alziamo satolli, i due passi verso l'albergo aiuteranno la digestione.
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Anche stasera siamo arrivati a livello, la voglia di andare a Manchester c'è ma la stanchezza di più.
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Accidenti, stavolta potremmo scrivere anche noi di non aver visto nulla se non l'aeroporto,
stiamo prendendo una brutta piega, si di capelli.
Terzo e ultimo giorno, dopo aver fatto strage di bacon, uova, brioche, latte e tutto quanto potesse offrire il buffet facciamo il chek-out e ci dirigiamo verso lo spotting point più spettacolare, fotograferemo infatti le
rotazioni da una distanza ravvicinata. Il grand'angolo è quasi d'obbligo tanto siamo vicini alla pista. Impostiamo il navigatore e ci addentriamo in stradine non più larghe di un sentiero, sperando di non incrociare altre auto mentre ci gustiamo la campagna inglese con i suoi tipici cottage.
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La destinazione non è priva di ostacoli e pericoli, incrociamo infatti un altro gruppo che sembra diretto nella stesso spotting point. Scopriamo che è invece una mandria che si sta spostando da una proprietà ad un'altra, ah che atmosfera bucolica.
Siamo quasi a destinazione, nella
famosissima Bob White lane dove parcheggiamo sotto una pianta e proseguiamo a piedi. Bastano un centinaio di metri e ci siamo, anche qui sovrastiamo la pista e bisogna solo decidere che tipo di inquadrature fare.
La fortuna è ancora dalla nostra parte, anche oggi il 787 fa la sua comparsa e possiamo immortalare tutta la sequenza di decollo.
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Purtroppo la mattina scorre veloce e la pista viene chiusa come di consueto, prossima destinazione il pub Airport in testata 23R dove ci aspettano momenti di relax davanti ad una birra osservando gli ingressi in pista e gli atterraggi.
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Siamo in controluce per questi ultimi e fotografare a terra è impossibile a causa delle reti ma lo spettacolo è ugualmente assicurato. Vedere un 74, opss
una regina, passare con le ali a pochi metri dalla rete e sentire i getti d'aria calda dei motori in faccia, il tutto seduti comodi ad un tavolino, non ha prezzo, tutto il resto lo abbiamo già pagato con la Master Card.
Raccogliamo le nostre cose e pronti ad andare, veniamo nuovamente fermati da uno spotter locale che ci implora di aspettare, nel suo dialetto inglese in pratica ci ha detto: Veci, sio fora ? Ndasio via desso che riva el 380 ? (Signori, siete matti ? Andate vi adesso che si appropinqua l'Airbus 380 ?), non sia mai, anche perché passa veramente basso e vicino. Chi decide di fare una foto e chi un filmato e ci gustiamo l'atterraggio.
Dal pub al parcheggio delle auto a noleggio ci sono pochi metri e riconsegnato il mezzo saliamo sulla navetta che ci porterà al nostro terminal. Dato che siamo in anticipo decidiamo di non fermarci subito, scendiamo infatti in prossimità del Radisson Hotel e facciamo il tunnel con i tapis roulant fino al parcheggio multipiano dove volevamo fare i notturni.
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La vista di giorno è incredibile e riusciamo anche a fare qualche scatto da una postazione che non ha la rete, purtroppo c’è poco movimento e ci spostiamo al nostro terminal, non senza problemi a causa di qualche ascensore impazzito che non vuole salire al nostro tredicesimo piano.
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Coffee break e riposino prima di affrontare l'ultimo spotting point, il secondo parcheggio multipiano proprio sotto il nostro gate, qualche scatto,
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ma più che altro quattro chiacchere per tirare le somme di questa
strasferta con molti sfonzoli e mi accorgo che un
caresssssimo amico ha parcheggiato proprio vicino a noi la sua auto, magari un pochino megalomane per la targa personalizzata, ma capisco che è stato anche merito suo se è filato tutto liscio e abbiamo avuto un meteo così straordinario.
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Manca poco al volo, controlli di sicurezza, nel mio caso molto accurati da parte del solito
caresssssimo amico di cui ignoro l’orientamento sessuale, ma posso immaginarlo e passiamo all'imbarco. Certo che aspettando la chiamata, visto che le vetrate danno proprio sulla pista e il piazzale si offre bene, qualche altro scatto lo vogliamo fare ? Qualcuno penserebbe, basta, non ne posso più, invece ecco quattro macchine fotografiche attaccate al vetro, davvero irriducibili, peccato non ci sia un
pugiolo.
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Il viaggio di ritorno ė tranquillo, io nella mia fila 29 mi ritrovo solo, nonostante l'aereo non sia particolarmente vuoto noto che le assistenti di volo fanno spostare una signora dal 29B ad un posto in testa solo per il decollo e l'atterraggio. In pratica la fila 29 è stata occupata solo ai posti estremi. Approfondirò il prima possibile questa cosa, in ogni caso ė bello avere più posti a disposizione.
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Le luci all'esterno si affievoliscono mentre le luci a terra si fanno sempre più visibili, la discesa a Malpensa è iniziata e in un batter d'occhio ce la ritroviamo a destra. Eseguiamo il circuito destro e con una virata in base e una in finale ci allineiamo alla 35 L. Toccata, frenatona e reverse, il nostro viaggio e veramente giunto al termine, ci aspettano due orette di auto tranquille per rientrare a Verona.
Ringrazio come al solito i compagni di avventura, Aldo, Mauro e Andrea, possiamo dire di aver fatto nuovamente centro per divertimento, foto e simpatia, Manchester probabilmente ci rivedrà ancora.