Il Fattore CSi, il fattore C.
Elemento imprescindibile per tramutare qualcosa in successo.
Prendete la stagione 2016-2017 della Juventus, per esempio.
C come Campionato, vinto.
C come Coppa Italia, vinta nonostante la sindrome da finale che storicamente attanaglia la blasonata squadra bianconera.
C come Champions League, maledetta quanto le finali perse.
C come c… il mitico fondoschiena tirato in ballo per osannare le curve di una procace ragazza oppure per definire un elemento fortunoso che gira a tuo favore.
Perché, diciamola tutta, per vincere la Champions contro quei mostri del Real Madrid non basta essere bravi, tatticamente perfetti, con i nervi saldi, coscienti dei propri mezzi.
Un pizzico di fattore C deve girare dalla parte giusta per battere la super-corazzata madrilena, il B-52 del pallone.
Altrimenti la legge di Murphy è lì, dietro l’angolo, che ti aspetta al varco: una deviazione assurda, un effetto preso dal pallone che capita una volta su 100.
In tempi meno recenti, il famosissimo “Cul de Sac” di cui Arrigo Sacchi era particolarmente dotato ebbe una parte sostanziale nel costruire il Parma che scalò le serie sino ai trionfi europei e poi a Milano sponda rossonera con campionati, Champions e Coppe vinte dall’allenatore romagnolo che aprì un ciclo poi concluso da Fabio Capello con altrettanti successi che fanno della bacheca del Milan una delle più ricche al mondo in quanto a trofei internazionali.
Ma veniamo a noi, perché divagare porta fuori strada e nello specifico un certo goliardico fastidio si può avvertire: quando si parla di calcio, l’italiano medio, anche il più pacifico, si trasforma.
Il PSC ha avuto così l’onore ed il piacere di visitare l’Aeroporto dell’Esercito “Francesco Baracca” di Casarsa della Delizia (PN), casa del 5° Reggimento Aviazione dell’Esercito “RIGEL” che costituisce con il 7° la componente aerea della Brigata Aeromobile "Friuli".
Sono tre i reparti che fanno parte del Reggimento: il 27° “Mercurio”, Il 49° “Capricorno”, ed il Gruppo di sostegno “Lupo”.
Affascinanti le macchine in dotazione al reparto: il famosissimo e conosciutissimo Huey, il letale e più moderno “Mangusta”.
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Gianluca Conversi, su Flickr
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Gianluca Conversi, su Flickr
E così in tutto questo sproloquio ho trovato un fattore di collegamento: la lettera C.
C come Cavalcata.
Chi non ricorda nel film “Apocalypse Now”, l’assalto di uno squadrone montato su Huey ad un villaggio Vietcong sulle note della Cavalcata delle Valchirie, epico momento di una colonna sonora vincitrice dell’Oscar di cui Walter Munch ne fu l’autore? Geniali la parte scenografica ma soprattutto la fotografia anch’essa da Oscar dell’italiano Vittorio Storaro e lo sviluppo di tutta la trama di questo capolavoro indiscusso.
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William "Bill" Kilgore, il comandante della "cavalleria dell'aria", 1ª Divisione di Cavalleria, famoso per il suo surf sotto le bombe e lo “Stetson” in testa, il copricapo dei cavalleggeri statutinitensi nell’epopea del selvaggio West, le odiate “giacche azzurre” per i nativi.
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A bordo degli elicotteri Bell “Huey” (la foto vi mostra un UH-1 “vietnamita”), Kilgore e i suoi uomini attaccano un villaggio controllato dai Vietcong. La scena dell'attacco al villaggio vietnamita resta scolpita nella storia del cinema: il tenente colonnello fa suonare a tutto volume, tramite altoparlanti installati sugli elicotteri, la celeberrima Cavalcata delle Valchirie di Richard Wagner. La scena è resa in modo tanto drammatico quanto realistico, fin nei dettagli.
C come Costellazione.
Rigel è una stella della costellazione di Orione, la settima più luminosa del cielo, e attribuisce il nome al ad uno dei reggimenti elicotteristici più conosciuti.
Rigel deriva dalla contrazione dell'arabo Rijl jawza al-yusra, che significa "il piede sinistro di Colui che è Centrale".
C come Centrale.
Il Rigel è centrale nella difesa del territorio e nelle missioni di Peace-Keeping e Peace-Enforcing: un quarto delle macchine in dotazione sono attualmente rischierate in varie e delicate missioni internazionali.
C come El Cul.
Si, proprio così: il fondoschiena.
In spagnolo.
Perché un’aliquota di AW-129C Mangusta ha letteralmente salvato la pelle (in un giorno e luogo classificati) ad un reparto di forze speciali spagnole in Afghanistan.
L’aliquota della coalizione internazionale si era ritrovata circondata da forze ostili e l’intervento di due elicotteri da combattimento del 49° “Capricorno” li ha liberati dall’accerchiamento con una dimostrazione di forza ed intelligenza tattica che solo noi italiani possiamo vantare.
Non è stato necessario radere al suolo un’intera collina; è bastata la presenza dei Mangusta ed un tiro dimostrativo di un missile a dimostrazione di quanto avrebbero potuto essere letali per le forze ostili che hanno così lasciato la zona rompendo l’assedio e permettendo il recupero dei soldati spagnoli.
Gli spagnoli, recuperato il tubo del missile, ne hanno fatto dono al Reggimento con una dedica colorita quanto ricca di significato, naturalmente nela loro lingua madre. spagnola Vergata a pennarello sul freddo metallo bruciacchiato, si può leggere il loro grazie “per averci salvato il c….” e con le firme in calce a suggellare il tutto.
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C come Charlie.
No, non parliamo di Vietcong perché le truppe americane chiamavano “Charlie” i vietnamiti ed anche se il modello in dotazione al “Mercurio” è stato un protagonista in Indocina così come lo è, infaticabile guerriero, ancora oggi.
C è la penultima versione dell’Agusta Westland AW-129 Mangusta in corso di aggiornamento alla più recente Delta (AW-129D) contraddistinta essenzialmente dal rotore a 5 pale, dall’ammodernamento dell’avionica e dalla postazione anteriore dove il vecchio sistema di puntamento “a cannocchiale” è stato sostituito da un moderno schermo multifunzione.
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Altra differenza visibile è la torretta ottica anteriore posta sopra al cannone da 20mm : sul C è una sorta di cilindro tozzo, mentre sul D è una sfera rotante molto più moderna indispensabile per guidare i nuovi missili Rafael Spike di fabbricazione israeliana che hanno sostituito i TOW IIA americani.
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C come cannone.
20 mm di precisione, letalità.
Il cannone di cui è dotato il mangusta ruota sino a 180° in brandeggio ed è l’arma preferita e più precisa in dotazione per supportare le truppe di terra a contatto ravvicinato con il nemico.
La dotazione di “confetti” è di circa 300 colpi anche se abbiamo visto in passato immagini prototipiche di elicotteri dotati di spoiler laterali sotto la cabina del puntatore contenenti nastri di colpi aggiuntivi per aumentarne il numero a disposizione.
Il Mangusta così configurato pareva un mini-Apache.
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I “confetti” che scarica il Mil Mi-28 Havoc (NATO call), foto sempre “made PSC” anche se priva di logo:
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C come Check-Point Pasta.
Chi non ricorderà quel giorno tragico in Somalia con i Mangusta, allora A-129 e basta, armati di pod missilistici e razziere ma privi di cannone, volteggiare quasi impotenti sul luogo dello scontro tra somali ed i nostri soldati?
Lo avevano capito anche i guerriglieri somali che i Mangusta italiani, privi di cannone, non avrebbero mai lanciato un missile in zone con elevata presenza di civili.
Era il primo rischieramento operativo dell’indovinato progetto per un elicottero da combattimento e gli spunti acquisiti in quella missione internazionale si sono poi evoluti nella macchina letale che tutti conosciamo e vediamo.
Il cannone consente di selezionare il target con una precisione decisamente superiore rispetto ad un missile, impatto circoscritto, effetti collaterali ridotti.
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C come Cobra.
Il progetto Mangusta, pensato a fine anni ‘70 in un certo senso trae ispirazione dall’AH-1 Cobra americano per dimensioni e compattezza (le immagini di 25 anni fa ritraggono due esemplari dell’elicottero di Bell, tutt’ora in servizio).
Apache AH-64D, Tiger, Mil-28 e Ka-52 sono macchine ben più grosse, corazzate e con impieghi assai diversi.
L’Apache è lungo 17 metri, il Cobra ha dimensioni pressoché identiche al Mangusta (13 metri circa), per rimanere su macchine occidentali senza dover tirare in ballo il “carro del diavolo”, il conosciutissimo ed anziano per concezione Mil Mi-24 Hind sovietico e suoi derivati.
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C come Coppia.
Una missione di Mangusta vede tipicamente impiegata una coppia di elicotteri rifornibili e riarmabili in basi avanzate allestite ad hoc.
Niente rifornimento in volo, quindi.
L’impiego tattico del mezzo presso l’Esercito Italiano è calibrato su assetti da rischierare sul terreno precisi e funzionali allo scopo della forza armata.
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C come Maggiore Pilota C.
Il signore dell’ospitalità.
Perché il 5° RIGEL, rappresentato dall’ufficiale pilota che ci ha accompagnato, ci ha fatto sentire a casa, veramente a casa.
Ci ha guidato, ci ha impartito lezioni storia, di tecnica e di avionica e ci ha raccontato aneddoti, dettagli tecnici ed esperienze; in altre parole tutto ciò che non è classificato e riservato.
Non si è risparmiato in nulla, per questo gliene siamo grati.
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Gianluca Conversi, su Flickr
C come Chiusura.
Si, dopo aver visionato tutto quello che c’era da vedere, chiudiamo la nostra visita presso l’hangar dedicato alla manutenzione dove alcuni Huey e Mangusta erano sottoposti alle ispezioni periodiche.
La fotografia dei partecipanti del PSC nel vano posteriore dell’AB-205 sancisce così la fine di questa meravigliosa esperienza.
PSC Piti Spotter Club www.pitispotterclub.it by
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Una giornata strepitosa, che ricorderemo e che, seduti sullo Huey per la foto di gruppo e quelle di ciascuno di noi all’interno del Mangusta, ci ha fatto sentire orgogliosi e felici della visita a Casarsa della Delizia.
Arrivederci 5° RIGEL, non crediate di esservi liberati di noi così : contiamo di farvi nuovamente visita nei prossimi mesi perché, con una piccola lacrimuccia devo dire a titolo personale, ma credo anche a nome degli altri amici, ci siamo affezionati a voi ed un po’ ci mancate.
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Gianluca Conversi, su Flickr
Grazie.
(© Gianluca Conversi)