Nell'estate del 2016, scorsa come diversi di voi sapranno, ho avuto modo di ritornare in USA e, pur saltando l’appuntamento con la NAS Patuxent River ed il relativo museo dove mi attendevano…. F-35 a go-go
, in sostituzione del mancato appuntamento ho visitato i due musei Smithsonian dell’area di Washington: lo
Smithsonian Air & Space Museum di Washington D.C., ubicato nell’area dei musei sul grande Mall e lo
Smithsonian National Air & Space Museum Steven F. Udvar-Hazy Center ai confini dell’aeroporto Dulles, esattamente a Chantilly, VA appena fuori dalla Route 28.
Qualcosa di “museale" avete già visto in alcuni Posts pubblicati negli scorsi mesi e che vi ricordo qualora abbiate la voglia ed il tempo di andare a rivederli o di guardarli ex-novo se vi fossero sfuggiti.
A me personalmente piace trascorrere una decina di minuti a riguardare le pubblicazioni degli altri iscritti al nostro Forum, lo faccio spesso ed è utile e piacevole al tempo stesso.
Tempo permettendo naturalmente.
SR-71 Blackbird:
https://piti.forumfree.it/?t=73241442USA con il naso all’insù:
https://piti.forumfree.it/?t=73111209Space Shuttle ed X-35B:
https://piti.forumfree.it/?t=72685684Boston, New York, Washington Reagan e Malpensa:
https://piti.forumfree.it/?t=72709044Purtroppo non ho potuto dedicare il tempo che entrambi i musei meritavano sia per ragioni di contingentamento dei tempi a disposizione per poter mettere più luoghi visitati possibile in cascina che per il poco, ma legittimo, interesse di chi viaggiava con me per ciò che concerne l'aviazione e non aver aggiunto in valigia il cavalletto per le foto in condizioni di luce non favorevoli.
Al distaccamento di Washington D.C. ho scattato senza fermarmi, di corsa quasi, in 30 minuti ero già fuori ed ho saltato l’area spaziale che del resto avevo già visto 10 anni fa.
Naturalmente la qualità delle foto ne ha risentito, tempi lenti ed ISO alti a parte e, come tutti i musei dell’area metropolitana, anche il National Air & Space era pieno con lunghe code agli ingressi per i controlli di sicurezza in pieno stile… aeroportuale.
Allo Steven F. Udvar invece ho avuto un poco di tempo in più ma coprire tutto il museo non è stato facile con 10/15 secondi per aereo a disposizione.
In pratica ho scattato senza dedicare troppo tempo alla pura osservazione delle machine e gustarmele.
L’ho fatto dopo riguardando le fotografie ripercorrendo idealmente ognuno dei 180 minuti spesi all’interno.
E’ questo, torno a ripeterlo, l’invito che vi faccio: il post è
lungo, percorretelo con calma; quando vi stancate uscite e appena potete rientrate per completare la visita e gustarvi il resto con la dovuta calma.
Meritano le locations, meritano le macchine, non certo per atto dovuto nei confronti dell’autore.
E’ bello comunque respirare l’aria mussale americana: quel poco di storia che hanno, lo valorizzano al meglio e la gente apprezza.
La storia dell’aviazione e quella navale ben evidenzia quanto sia importante e sentito preservare le macchine ritirate dal servizio e condotte da molti, che sono costate al contribuente e sulle quali molti aviatori e marinai vi hanno lasciato la vita.
Se pensiamo a casa nostra, dove manco del grande incrociatore Vittorio Veneto siamo riusciti a farne un Museo galleggiante, che di F-104 dovremmo tappezzare ogni museo d’Italia, oltre a mantenerne qualcuno in condizioni di volo, invece… poco o nulla.
Il passato è fastidioso, va nascosto ed i cimeli rottamati o portati a casa, trafugati quasi di nascosto, o venduti (o forse regalati….) alla Norvegia che invece fa volare il proprio F-104 recentemente riportato in volo con tanti pezzi “made in Italy”.
Va bene, abbiamo divagato e ci siamo sfogati, gustiamoci ora la mia camminata nei due musei, senza pause e senza la ricerca dell’inquadratura particolare.
Partiamo dalla planimetria ed i modelli esposti con la loro dislocazione nello Steven F. Udvar che si ritrova sotto uno dei sentieri di discesa dell’aeroporto Dulles ed una taxi giunge al museo dove, nel fine settimana, giungono aerei ancora “vivi” e volanti ad arricchire le giornate di famiglie e scolaresche deliziando di disponibilità e foto tutti i presenti:
Schermata 2016-12-02 alle 21.41.06 by
Gianluca Conversi, su Flickr
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Air & Space Museum Hangar Boeing by
Gianluca Conversi, su Flickr
Il grande parcheggio come sempre ordinato ed impeccabile accoglie i visitatori.
Si paga il parking ma non l’ingresso che è gratuito in tutti i musei dell’area metropolitana della capitale.
La struttura è moderna due Hangar enormi accolgono la statica, una zona è dedicata al consueto fast-food, un cinema Imax e l’area di restauro completano la zona a terra.
Accedendo agli ascensori, ci si può recare nel simulacro della torre di controllo , invero deludente dal punto di vista, dove si gode comunque di un’ottima vista sulle lontane piste.
L’Hangar Boeing accoglie il visitatore con il bellissimo SR-71A Blackbird, dietro di esso si intradevede l’imponente sagoma dello Space Shuttle Discovery, pezzo principale intorno al quale ruotano come cortigiani gli altri importanti cimeli spaziali e missilistici esposti nell’Hangar spaziale dedicato a James McDonnell.
SR-71_2 by
Gianluca Conversi, su Flickr
A destra del Blackbird vi sono i pezzi incentrati sulla Guerra del Vietnam, la Guerra Fredda ed il dimostratore di Lockheed Martin, lo X-35B STOVL che diventerà poi F-35B Lightning II Jump Jet come vincitore del programma JSF (Joint Strike Fighter).
nella parte sinistra, dell’area il bellissimo e per ora poco valorizzato Grumman F-14D Tomcat.
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La parte a sinistra dello SR-71 è invece dedicata alla seconda guerra mondiale con il famosissimo "B-29 Enola Gay”, Messerschmitt elicotteri, aerei dei primi anni ‘900, ed un Concorde circondato da tutti i “picchetti” rendendo vano qualsiasi tentativo di fotografarlo per intero.
Ci sarebbe voluta un’ottica Fisheye.
La zona si chiude con alcuni simulatori a disposizione di grandi e piccini, niente di che a parer mio.
Potete così distinguere e riconoscere i modelli che vedrete nelle foto confrontandoli con la mappa, esercizio utile che consiglio per meglio immedesimavi nel “giro” virtuale del museo.
In religioso silenzio, ecco la carrellata di foto:
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All’Air & Space Museum, Washington D.C. vi è un po’ di tutto: dallo stranissimo ed affusolato Voyager dei records ai famosi e temibili SS-20 e Pershing II, gli “euromissili” delle tensioni tra Cortina di Ferro e Patto Atlantico, per passare al Bell X-1, al veicolo spaziale di Virgin Galactic, lo SpaceShip One per volare con i droni futuristici tra o quali spicca il primo General Atomics RQ-1A Predator che “sparò” il primo missile segnando una svolta nell’utilizzo di questo tipo di velivoli per missioni di combattimento e soppressione chirurgica, agli aerei X con lo spigoloso X-45A ed il "disco volante" Darkstar.
Non vi anticipo gli altri pezzi epocali della storia del volo umano presenti, gustateveli e riconosceteli.
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Vi è anche un po’ d’Italia, vedrete di che si tratta.
Tutto d’un fiato come vi ho descritto nella lunga introduzione, di corsa e senza sosta le immagini esattamente così come le ho potute raccogliere:
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Dai droni al passato che ha segnato la storia dell’aviazione, con le due immagini che seguono e che rappresentano l’essenza del volo ardito e pionieristico nell’aria e nello spazio, si chiude questo lungo, lunghissimo post.
Il passato ritorna, non andrebbe mai dimenticato…
La storia si ripete, sempre: se dimentichiamo, non gustiamo il presente e non immaginiamo il futuro.
Questi musei incarnano alla perfezione lo spirito della storia del volo umano, quello che più ci interessa.
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Con le nostre foto sopperiamo alle lacune, gravi, dello stato (volutamente con la “s” minuscola) che non vuole ricordare, vede il passato come un insetto da spazzare via o addirittura viene negato addirittura il presente.
La burocrazia che ostacola e scoraggia gli appassionati, nega persino i rottami.
E così dimentichiamo.
© Gianluca Conversi
Edited by GIORGIO CASTELLI - 5/3/2017, 11:18