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Gianluca Conversi, su Flickr
Venegono QVN (Icao LILN), una tranquilla giornata di giugno.
L’aeroporto rimane incastonato tra le colline dove sorgono Castiglione Olona a nord-ovest, Vengono Superiore ed Inferiore dal lato est, e quel che resta di un’area boschiva ormai soppiantata dall’urbanizzazione selvaggia.
Si salvano il campo piantato a granoturco sotto pista 36 e l’area verde a ovest.
Vengono QVN (Icao: LILN) by
Gianluca Conversi, su Flickr
La sede e gli Hangar del locale Aeroclub Varese, la palazzina dei Vigili del Fuoco e quella, più piccola, della Guardia di Finanza si specchiano contro i capannoni della ben più famosa società che da decenni sforna aerei da addestramento: Aermacchi.
Divenuta Alenia Aermacchi, galassia di Finmeccanica, di recente è semplicemente Leonardo - Divisione Velivoli, il nuovo brand voluto dalla public company.
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L’attività sulla corta pista la cui testata 36 appiccicata alla strada è frenetica: i voli di collaudo degli esemplari in consegna per la Polonia, qualche revisione dei velivoli in servizio con l’Aeronautica Militare, gli ultimi aerei in consegna per quest’ultima ed i prototipi M-345HET e M-346 X-AJT contraddistinguono l’attività di volo farcita con gli aeroplani dell’Aeroclub ed i passaggi degli elicotteri Agusta Westland (anch’essa Leonardo) che da Vergiate passano sul sedime aeroportuale.
Non ci sono barriere a protezione e la rete bassa, quasi da giardino che delimita l’aeroporto dalla strada che lo costeggia, consentono foto eccellenti.
Tempo permettendo ovviamente: perché quando arrivo io… "si fece buio su tutta la terra" (cit.)
Le sbarre ai due lati del sentiero di discesa ed un semaforo regolano il traffico automobilistico quando i jets iniziano le operazioni di decollo o si avvicinano per l’atterraggio.
A volte, le sbarre rimangono giù per decine di minuti ed il traffico locale inverte la marcia aggirando l’aeroporto dall’altro lato della pista dove invece è stata costruita una strada in trincea che consente il transito dei veicoli in tutta sicurezza.
Perché quando atterrano, non essendoci strumentazione di sorta, capita che il carrello sfiori letteralmente la rete già bassa….
A sud-ovest degli atterraggi, una piccola zona in ombra è il ritrovo dei fotografi ed appassionati locali.
L’orientamento della pista, l’avrete capito, è 18-36; decolli ed atterraggi avvengono sempre per 36; raro, mi dicono, venga invertita la pista.
Attraverso le reti si intravedono MB-339 in dismissione (o revisione) in un vecchio capannone sul lato est, proprio a fianco del locale Aeroclub, mentre il più grande piazzale ovest accoglie un paio di T-346 ed il testbed X-AJT. Si intravede anche il famigerato (per gli appassionati) M-345HET; il piccolo jet, frutto di una rivisitazione del venerando Siai S-211 dovrebbe essere destinato a soppiantare l’attuale MB-339A PAN in dotazione alla Pattuglia Acrobatica Nazionale; anche i residenti locali con i quali si è scambiato qualche parola storcono il naso pensando alle Frecce con il “345”.
Tutti avrebbero voluto vedere il T-346A Master come degno sostituto dei 10 addestratori che compongono il 313° Gruppo Acrobatico.
Se ci fosse un referendum tra 345 e 346, non credo di sbagliarmi molto affermando che il suo esito sarebbe un plebiscito.
Quasi un elezione “bulgara”.
A favore di quale aereo, lo capite da soli.
Che il T-346A Master sia bello, potente ed elegante ed il fragore dei suoi due turbofan Honeywell riempie le orecchie e scalda i cuori di chi ama il volo.
Ma un bimotore costa in termini di manutenzione e l’aereo, un vero sistema integrato d’addestramento, è zeppo di elettronica e sistemi che è difficile mantenere.
Il 345 è indubbiamente più economico, monorotore, piccolo, parco nei consumi.
Fa però specie passare dal G-91 allo MB-339 e (forse) al M-345HET: prestazioni e dimensioni degli aerei mostrano una curva discendente se rappresentassimo queste due caratteristiche su un grafico.
Vedremo.
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Intanto, 3 ore passano con un 346 appena verniciato, probabilmente con il grigio dell’Aeronautica Militare seppur ancora privo di insegne ma con la matricola ben visibile, che va in volo e compie i suoi cicli di collaudo, seguito dal testbed M-346 X-AJT (Advanced Jet Trainer), la cui cellula è una delle più vecchie.
Se osservate quest’ultimo aereo e confrontate le foto viste poc’anzi con quelle pubblicate alcuni giorni fa e visibili qui
https://piti.forumfree.it/?t=74513900, noterete delle belle differenze in coda, a dimostrazione dell’attività di sviluppo che non è certo finita.
L’evoluzione del mezzo e dei suoi componenti prosegue, così come la sfida americana dove il T-100 Master (così denominato) sfida i colossi Boeing e Lockheed Martin.
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Bene, seppur controllati da una gentilissima guardia giurata che ci tiene lontani dall’area di decollo per i rischi del jet blast, essendo aerei in collaudo i rischi che qualche pezzo venga “sparato via” sono veramente elevati.
Quindi niente esperienza stile Skiatos o Maho Beach (prendo in prestito una foto di Aldo) e respirare a pieni polmoni il gas esausto degli aerei, oppure farsi sfiorare dal carrello durante l’atterraggio.
Proibito.
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Aldo Messina, su Flickr
E comunque nessuno ce lo ha in mente: siamo in un’area comunque sensibile e le regole vanno rigorosamente rispettate.
Subito dopo aver scattato le foto, ci si allontana e si lascia la zona libera, considerato che si è+ anche sulla pubblica strada.
Un pallido sole spunta verso 16 pur senza spazzar via la foschia che riduce la visibilità, ma sono gli elicotteri ad attirare l’attenzione e scaldare i presenti.
Transita il nero AW-109 Grand New I-AWCS che si prepara per il Salone Aerospaziale di Le Bourget con il pilota che ci saluta a modo suo, grazie!!
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Dopo alcune manovre a centro pista, si porta nella taxi di fronte all’Aeroclub e rimane in attesa dei decolli degli aeroplani privati.
Quando è il suo turno, ci delizia di un inchino e di un paio di manovre attesa dimostrare l’agilità ed il pieno controllo del mezzo a bassissima quota ed angoli d’attacco importanti.
Dedicherò un post apposito all’ala rotante, dopo ne transiteranno un altro paio.
Intanto, il “345” viene agganciato al carrello e trainato in Hangar, per cui niente volo e niente fotografie.
Sarà per un’altra volta, mentre rientrano le due macchine andate in volo in precedenza:
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Certo che abitare qui… che vista dal balcone:
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E’ ora di rientrare a mia volta, la prima a Vengono si chiude ed è tempo di pubblicare.
(© Gianluca Conversi)Edited by GIORGIO CASTELLI - 12/6/2017, 15:29