Mach Loop, Galles, Regno Unito. Star Wars Canyon, Death Valley, Stati Uniti.
Luoghi famosi, mai così diversi: l’uno scarsamente popolato, spettacolare per il trekking in mezzo alla bassa vegetazione in quota; l’altro desertico in una delle zone più inospitali del pianeta e qualche serpente a sonagli da schivare. Luoghi per temerari, non facili da raggiungere. Però sono assai simili tra loro: si suda per ore per raggiungere i picchi più alti, magari all’ingresso di una delle numerose valli o dei coloratissimi canyons. Da lì, si assiste ad uno spettacolo unico. I jet militari, gli aerei da trasporto e quelli da addestramento volano arditi tra le cime, sorvolano il deserto, la brughiera e sfiorano le cime. A bassa quota, alta velocità; in formazione o da soli.
Niente fotografie con lo sfondo del cielo, ma la montagna, il pascolo, le pietraie e le pareti scoscese che oscurano il sole dominano la scena. Un perfetto set fotografico. Se sei fortunato, il jet te lo ritrovi di fronte, immenso e fragoroso.
Ma attenzione… se lo scenario perfetto è quanto di più desiderato per un fotografo, la fotografia di paesaggio è la prova suprema del fotografo: e spesso la sua delusione suprema. Ne ho fatto le spese più di una volta…
Questo è il Mach Loop, questo è lo Star Wars Canyon, amici. Posti dove almeno una volta nella vita, bisogna andarci. Sono il tempio della fotografia d’aviazione, la casa degli “aviation enthusiasts”.
Esiste un’altra località molto più vicina a noi ed altrettanto famosa dove si spara davvero, soprattutto lo si fa davanti agli appassionati:
Una volta arrivati sulla vetta ci siamo voltati, e ci si è presentata una bellissima vista. L’atmosfera splendidamente chiara; il cielo azzurro intenso; le valli profonde; i profili selvaggiamente frastagliati; i cumuli di detriti ammassati nel corso dei secoli; le rocce dai colori vividi, in contrasto con le quiete montagne innevate; tutto questo insieme creava uno scenario che nessuno avrebbe potuto immaginare. (Charles Darwin)
Nel preparare queste poche righe a corredo delle bellissime immagini che ci sono state gentilmente concesse, mi sono venute in mente alcune frasi di Charles Darwin lette molto tempo fa. La potenza di Internet mi ha risparmiato una polverosa ricerca del libro e mai, devo dire, parole più azzeccate potevano essere scritte: calzano a pennello con la località alpina, il tempio di chi ama montagna e fotografia d’aviazione.
Una manifestazione unica, incredibile, alla quale molti sono legati ed affezionati. “Ci sono stato”, “Dannazione, non posso andarci”, sono esclamazioni che si sentono sovente tra coloro che amano l’aviazione ed i suoi uomini.
Nelle cuore delle Alpi svizzere, tra le cime rocciose e le vette innevate dove i licheni e gli stambecchi regano sovrani, in una vallata che si affaccia sul Bergfex, un lago alpino balneabile, si trova il campo di tiro delle forze aeree elvetiche. Siamo a 2250 metri, ma si può ancora salire per i più temerari.
Lì in mezzo, gli F-5 Tiger II, gli F/A-18, gli elicotteri Super Puma ed i moderni Pilatus PC-21 si esercitano nel tiro con le armi di bordo in uno spettacolo unico, fatto di ombre, luci, improvvise esplosioni di luce ed il rumore tambureggiante dei cannoni che si perde nell’eco insieme al frastuono dei turbogetti spinti al massimo nelle manovre di evasione.
Si fa sul serio, ma al termine, la Patrouille Suisse mette d’accordo tutti con un’esibizione pazzesca in mezzo alle alte cime.
Mentre i Super Puma trasportano instancabili i più fortunati dal campo di tiro all’altrettanto amata piazzaforte di Meiringen, facendo la spola tra la vetta ed il fondo valle, un lungo serpentone di appassionati di ogni tipo lascia malinconico la brulla vetta sancendo così il termine dell’evento abilmente allestito dalla Schweizer Luftwaffe che ha regalato una giornata indimenticabile. Dopo 4 anni di cancellazioni all’ultimo momento, la soddisfazione è stata di tutti.
Grazie alle foto dell’amico Daniele Ghisolfi e ad Aviation Report che ci hanno gentilmente messo a disposizione il materiale, ci viene regalata l’esperienza di Axalp. Il video in coda concessoci da Sandro che oramai conoscete, ci ricorda com’era l’esercitazione 10 anni fa; consiglio ascoltarlo a tutto volume per degustare il rombo degli Hornet ed il fragoroso battito ritmico degli elicotteri elvetici.
Stessi mezzi, stesso luogo, immutata nel tempo come si confà ad un appuntamento tradizionale mitico e moderno al tempo stesso.
Grazie, a questi contributi di immagini intrise di passione e competenza, ci vengono mostrate la professionalità e le capacità delle Forze Aeree svizzere nell’operare tra le cime e le valli del difficilissimo ed insidioso ambiente alpino.
Impiegando i cannoni di bordo, i McDonnell-Douglas (Boeing) F/A-18C Hornet ed i Norhrop F-5E Tiger II hanno colpito gli obiettivi posti sulle pareti montagnose del campo di tiro attraverso diverse tipologie di avvicinamento e formazioni anche composite. L’addestratore Pilatus PC-21, ha sciorinato un’eccellente maneggevolezza trovandosi a proprio agio nell’imboccare le strette valli alla ragguardevole velocità (per un turbo-elica) di ben 680 km/h.
_MG_8817 by Gianluca Conversi, su Flickr Lo spettacolare lancio a 1500 metri dal suolo da 2 Pilatus PC-6 Turbo-Porter, ha visto alcuni dei 12 paracadutisti della Compagnia Esploratori sorvolare la zona adibita al pubblico presso la località di Tschingel in direzione Axalp-Dorf, sventolando le bandiere della Svizzera, dei Cantoni e della Schweizer Luftwaffe.
Non è stato facile scrivere un pezzo relativo ad un evento al quale non si ha partecipato, specialmente se è stato qualcosa di fuori dal comune, anzi straordinario. Ma osservando immagini e video, era come fossi lì. Dovevo raccontare qualcosa, per introdurre ed accompagnare l’esperienza di Axalp. Ideale o reale, la storia tocca la montagna più che le persone che hanno a lungo camminato per esserci. Alla fine, i protagonisti sono stati gli Spotters ed i semplici appassionati che hanno vissuto l’esperienza della rarefazione cui la montagna obbliga l’uomo; rarefazione dell’aria, dei suoni, degli incontri, del rombo dei jet ed il frustare delle pale degli elicotteri che arrancano per fare quota ma soprattutto del tempo. Perché la montagna ci costringe in primo luogo a prendere atto di questa feroce verità: il tempo esiste, è il centro della nostra vita, ma non è fatto a nostra immagine e somiglianza. (Gianluca Conversi)
Testo Gianluca Conversi, immagini su gentile concessione di Daniele Ghisolfi/Aviation Report. Si ringraziano Daniele Ghisolfi, Aviation Report e la Schweizer Luftwaffe.
Un luogo in cui andare in pellegrinaggio almeno una volta nella vita. Ringrazia l'autore delle foto e complimenti per il racconto appassionante. Fabrizio
Ringrazia e stringi le mani da parte mia all'autore delle foto. Forse è uno dei post più spettacolari mai apparsi su questo forum! Il tuo racconto, come sempre, appassionante e zeppo di emozione. La prossima edizione dell'Axalp non me la voglio perdere! Grazie!
Che scatti....con una giornata ed uno scenario così ci si potrebbe fare un calendario lungo dieci anni... Adrenalina pura in un contesto incredibile. Ho sempre invidiato molto gli invitati che raggiungono la cima con gli elicotteri. Complimenti a Daniele e Gianluca per le foto e la bella descrizione.