Praticare escursioni ci porta a contatto con la natura dove finalmente, fuggendo dalla città inquinata, dai rumori di auto e motociclette che sfrecciano su strade e tangenziali, dal lavoro che ci mantiene, abbiamo il tempo di percepire l’aria, il calore del sole, sentire il profumo di alberi e fiori, ascoltare lo sciabordio dell’acqua e i fruscii del bosco.
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Gianluca Conversi, su Flickr
Ma alcuni vanno in montagna non solo per inebriarsi di quelle sensazioni e piaceri che in città sono preclusi, ma per ascoltare rumori, musica per le orecchie di molti: parliamo del rombo potente dei turboreattori degli aerei da combattimento che sfrecciano tra le valli e le cime più alte.
Così, l’equilibrio montano fatto di silenzi e paesaggi mozzafiato viene spezzato (o integrato) da suoni prodotti dall’uomo.
Là dove volano le aquile e gli uccelli migratori impegnati in lunghi voli di trasferimento, uccelli metallici sfrecciano fragorosi nelle valli, sorvolano le creste e si perdono nel cielo per poi ricomparire a sorpresa ed in amen sparire in un profondo canalone.
Per chi, almeno una volta all’anno vuole cimentarsi nello sposalizio tra la montagna ed il volo tra le cime, esiste un luogo unico dove liberare sensazioni di libertà e pienezza, di quiete e serenità bruscamente integrate per alcune ore ed alcuni giorni all’anno dal sibilo cupo e potente dei jet da combattimento ed il ritmico tambureggiare delle loro armi di bordo.
La nostra prima esperienza ai Tiri di Aviazione delle Forze Aeree Svizzere (Fliegerschiessen Axalp 2018) si chiude con questo quarto pezzo, incentrato sullo stato di salute ed i programmi futuri della Schweizer Luftwaffe, doveroso tributo agli uomini con le stellette della Confederazione dai quali possiamo apprendere molto come Nazione e come programmazione a medio-lungo termine.
E’ anche occasione per condividere qualcosa di più di qualche fotografia all’interno della nostra associazione, viatico per arricchire le nostre conoscenze e "leggere" le immagini proposte dando loro una valenza reale.
I precedenti servizi su Axalp 2018 li potete trovare qui:
1. AXALP, EVENTO UNICO (Introduzione): https://piti.forumfree.it/?t=76055174
2. IN VOLO CON LA SCHWEIZER LUFTWAFFE: https://piti.forumfree.it/?t=76096051
3. AXALP, L’AIRSHOW TRA LE VETTE: https://piti.forumfree.it/?t=76138582Questo pezzo è stato scritto due volte, rielaborato altre tre a causa di un problema causato da un aggiornamento di macOS non andato a buon fine del mio iMac, obbligandomi a re installare un backup non recente, privo del file con il testo che grosso modo vedete ora.
Prima di salire in cima al poligono di Axalp-Ebenfluh, abbiamo avuto l’onore ed il piacere di partecipare alla conferenza stampa ufficiale tenuta dal nuovo Comandante delle Forze Aeree Svizzere “Divisionario” Bernhard “Beni” Müller (nei gradi dell’esercito svizzero, il Divisionario equivale ad un Generale a due stelle) che ha aperto il suo intervento descrivendo il quadro politico internazionale con il ritorno della politica di potenza, illustrando poi le principali aree di crisi nel mondo tra le quali ha in particolare citato Siria, Ucraina, Medio Oriente, North Korea e Mar Cinese.
Senza tanti preamboli, l’intervento è proseguito toccando il punto principale della Conferenza Stampa: i piani di ammodernamento delle Forze Aeree, ricordando che gli aerei da combattimento rimangono mediamente in servizio almeno una trentina d’anni e che non è possibile prevedere oggi, in uno specchio temporale così ampio, quale sarà la situazione mondiale all’entrata in servizio di nuovi mezzi e conseguentemente quale politica in materia di sicurezza attuare e quali aeroplani saranno adatti oggi alle sfide di domani.
La missione della Schweizer Luftwaffe si incentra su tre capisaldi, in procinto di diventare quattro per trasformarsi in un sistema operativo globale: COMBATTERE - PROTEGGERE - AIUTARE, con le minacce CYBER (il quarto nuovo concetto), silenziose quanto terribilmente pericolose, attenzionate con sempre maggior cura.
L’Aviazione Elvetica si occupa della difesa aerea delle infrastrutture strategiche, delle frontiere e delle attività trans-frontaliere ed è pronta a combattere per difenderle. Concetto chiaro, senza tanti fronzoli, quello espresso da “Beni” Müller.
Il secondo pilastro della strategia di difesa multi-spettro è il sostegno all’autorità civile ed alla democrazia; le forze armate elvetiche difendono il territorio e gli interessi della nazione e solo dopo garantiscono il sostegno dell’autorità civile perché, senza una nazione, non ci sarebbero né parlamento né democrazia.
Altro compito in carico alla forza armata è quello della promozione della pace in tutte le sue forme anche attraverso compiti di protezione civile in caso di calamità naturali.
La difesa aerea oggi è incentrata su cinque pilastri: una rete di sensori, stazioni radar, due dozzine di cannoni anti-aerei Oerlikon da 35mm, le oramai obsolete batterie di missili a corto raggio MBDA Rapier di fabbricazione britannica (per quanto aggiornate) ed un centinaio di lanciatori spalleggiatili FIM-92 Stinger ai quali si aggiungono poco meno di trenta sfruttatissimi caccia multiruolo McDonnell-Douglas (ora Boeing) F/A-18 Hornet (versione C monoposto e 5 D bi-posto da conversione operativa) e 24/27 vecchi caccia leggeri Northop F-5E Tiger II in servizio dal 1978. il diffusissimo caccia leggero americano ha partecipato per l’ultima volta alle esercitazioni di tiro di Axalp, 40 anni dopo la sua entrata in servizio.
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Bernhard Müller ha poi introdotto il tema della difesa aerea di domani: difesa di punto, difesa aerea locale, difesa a distanza.
La difesa di punto di obiettivi sensibili, così come quella aerea, si baserà su una nuova serie di moderni radar di scoperta, sensori di auto-protezione in grado di contrastare le minacce cybernetiche per difendere i sistemi di comunicazione federali, le installazioni civili ed industriali, le dighe e le centrali elettriche e naturalmente gli apparati logistici.
Al nuovo caccia, che entro la fine del prossimo decennio dovrà assolutamente sostituire l’attuale flotta di caccia-bombardieri multiruolo Boeing (McDD) F/A-18C Hornet, sarà affidato il compito della difesa aerea a grande distanza.
La slide presentata subito dopo da Müller, ha marcato con evidenza la decisione politica presa dal Parlamento della Confederazione Elvetica nel corso di una seduta tenutasi l’8 novembre 2017 dove, con voto di fiducia, sono stati stanziati 8 miliardi di franchi svizzeri per l’ammodernamento della forza armata da oggi al 2030 con un tasso di crescita delle spese militari in termini reali superiore all’1,4% annuo per il quadriennio 2018-2021.
Su un punto il Divisionario è stato chiaro: questo investimento deve portare al 100% di compensazioni industriali; maggiori dettagli sono disponibili su
www.vbs.ch/air2030 .
Quale strategia per affrontare l’ammodernamento delle Forze Aeree?
Lo stato maggiore ha previsto un approccio parallelo che prevede la dismissione dei mezzi obsoleti o giunti a fine vita operativa e la contemporanea introduzione in servizio di nuovi mezzi, ma è innegabile che da oggi al 2025 si sia di fronte ad un periodo difficile. Gli F-5 verranno ritirati dal servizio entro il 2019 con le batterie di Rapier (in servizio dal 1984) pochi mesi dopo; mentre i radar da difesa aerea tattica usciranno di scena entro la fine del 2020 dopo 33 anni di servizio.
Entro il 2025 verranno ritirati 93 blindati ruotati, veicoli da esplorazione leggeri, la famiglia di cingolati in servizio con Granatieri, Artiglieria e Genio, 74 obici semoventi, sostituiti dal 2027 da un nuovo veicolo trasporto truppe e comando ruotato (indicativamente nello stesso numero di pezzi), da un carro da battaglia da acquisire in 87 esemplari e da un trasporto truppe cingolato con torretta a controllo remoto (ma solo dopo il 2030).
Sempre a partire dal 2025, vero anno cardine, inizierà il ritiro dei rimanenti Hornet, dell’artiglieria anti-aerea e degli Stinger.
Non solo, entro il 2030 gli attuali elicotteri da trasporto (98 tra leggeri e medi), entrati in servizio in varie annate a partire dal 1989 sino al 2006, dovranno essere sostituiti.
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L'acquisto del nuovo aereo da combattimento (NKF) rappresenta l’investimento più impegnativo per la Confederazione.
Soprattutto, dovrà garantire un significativo livello occupazionale e di commesse per i lavoratori e le industrie elvetiche.
La RFQ prevede che le aziende interessate al bando di gara dovranno preventivamente accordarsi con l’industria locale per stabilire quali compensazioni e trasferimento di tecnologia entreranno nel contratto.
Già nella presentazione ufficiale della prima offerta al Ministero della Difesa, le aziende costruttrici dovranno indicare quali compensazioni faranno parte del contratto di vendita degli aerei da combattimento e saranno vincolanti.
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L’Aviazione Elvetica ha manifestato interesse per cinque aerei di generazione 4+ e 5a: Airbus (Eurofighter) con il Typhoon (auspicabilmente una versione T4), Boeing con la nuova versione del Super Hornet dotato di CFT e sensistica avanzata, Dassault con il Rafale ammodernato, Lockheed Martin con l’F-35A Lightning II (unico aereo vero di 5a generazione in servizio) e Saab con il suo nuovo Gripen E in corso di sviluppo.
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Non è stata fatta parola di un possibile interesse per un caccia leggero, anche se il turbo-prop avanzato Pilatus PC-21 potrebbe in parte assolvere alle funzioni che erano in carico agli F-5E.
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Ecco alcune immagini dei candidati e l’escluso eccellente:
TYPHOON:
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… e
F-16 FIGHTING FALCON (le Immagini mostrano aerei dei Block 52 e 52+ comunque dotati di CFT):
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Questa foto è al limite (qualitativamente parlando)... aereo lontanissimo con la pioggerella di mezzo ma merita:
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Stranamente, ma non troppo se andiamo a rileggere le dichiarazioni iniziali del Divisionario Müller, non è stata presa in considerazione l’ennesima evoluzione dell’altro prodotto di Lockheed che ancora miete ordini con il quale abbiamo chiuso la carrellata di immagini dei candidati al rimpiazzo degli Hornet legacy.
Si è insistito molto sugli offset industriali per questo significativo piano pluriennale di ammodernamento, ma è chiara la volontà di mantenere competitivo il comparto aeronautico svizzero con il mantenimento di importanti capacità e know-how tecnico per la base industriale, ritenuto rilevante per la sicurezza nazionale, di assicurare nuove competenze chiave per la manutenzione e l’ottimizzazione di beni militari e civili dell’Esercito Svizzero, accedere in modo sostenibile a nuovi mercati ed alla supply-chain dei grandi players internazionali.
Le commesse future, grazie alle compensazioni ottenute, genereranno ulteriori commesse assicurando i posti di lavoro esistenti e creandone di nuovi.
Ma, ha tenuto a precisare Müller, il tutto è subordinato alle decisioni che dovrà prendere la Confederazione Elvetica sul tema di principio: “Difesa aerea si o Difesa aerea no?”
Ricordiamo che già diversi anni or sono la sostituzione degli Hornet venne bocciata di stretta misura da un referendum nazionale.
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Pertanto, dopo aver esaminato diverse opzioni, il 9 marzo scorso il Consiglio Federale ha deciso di sottoporre al Parlamento l’acquisto di nuovi aerei da combattimento e di un nuovo sistema di difesa terra-aria a lungo raggio.
Se il Parlamento approverà tale decisione, essa sarà soggetta a referendum facoltativo; in altri termini, il popolo avrà la possibilità di raccogliere il numero di firme necessarie per una votazione popolare.
Fino al 22 settembre 2018 i Cantoni, i partiti e le associazioni, così come altre organizzazioni e interessati, sono stati in grado di esprimere il proprio parere in merito e che è già in corso di valutazione.
Nuove comunicazioni in tal senso sono attese e se l’approvazione del progetto di acquisizione proseguisse il suo iter, non è detto che l’eventuale referendum lo ratifichi.
In ogni caso, il progetto prosegue ed entro la fine del 2020 verrà ufficializzata la scelta svizzera con i primi stanziamenti previsti da approvare dal Parlamento nel 2022. L’entrata in linea di aerei e missili è prevista come già abbiamo riportato, tra fine 2025 e 2030.
Nel ricordare che “gli uomini (e donne) fanno le forze aeree”, il Comandante delle Forze Aeree Svizzere ha congedato e ringraziato i presenti lasciando il posto agli airmen che hanno predisposto il trasferimento in pista per l’imbarco sugli elicotteri da trasporto Eurocopter (ora Airbus Helicopters) AS332 Super Puma e AS532 Cougar che in un’incessante via-vai hanno imbarcato e trasportato noi invitati alla piazzaforte militare di Axalp.
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La Patrouille Suisse ha poi chiuso anzitempo il programma della giornata con un’impeccabile esibizione in tra cime e valli, unica ed emozionante, terminata con un’apertura a ventaglio orizzontale arricchita dallo spettacolare lancio di flares.
Nella zona riservata ai controllori di volo ed alle autorità erano presenti i rappresentanti militari delle forze aeree di Austria, Italia, Germania e Francia e tra loro anche il celebre fotografo aeronautico Katsuhiko Tokunaga.
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L’evacuazione dal campo di tiro, questa volta verso nord-ovest con la discesa verso il Brienzsee, ha chiuso la giornata di un evento unico ed irripetibile nel calendario delle manifestazioni aeree mondiali che sarà ricordata come l’ultima per gli F-5E.
Atterrati per pista 09, il rullaggio verso la torre e lo sbarco dal Super Puma chiude Axalp 2018.
Arrivederci al prossimo anno.
© Gianluca Conversi
(Si ringraziano le Forze Aeree Svizzere, il personale della base aerea di Meiringen, i piloti e specialisti dell’elicottero AS332M1 Super Puma s/n T-314 e www.aviation-report.com )Edited by GIORGIO CASTELLI - 11/11/2018, 11:28